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«Le Rsa non sono luoghi dell’abbandono». L’esperienza della San Bartolo

Il direttore sanitario Curcio: «Valorizzata la funzione sociale. Pazienti messi al centro»

Pubblicato il: 13/10/2021 – 19:17
«Le Rsa non sono luoghi dell’abbandono». L’esperienza della San Bartolo

COSENZA Sfatare tabù e luoghi comuni. Le residenze assistenziali sanitarie (RSA) non sono luoghi dell’abbandono, ma anzi, spazi più idonei per garantire le cure, per combattere la depressione e la solitudine e favorire l’inclusione e la socializzazione delle persone anziane. Alla luce dell’innalzamento dell’età media, la sfida, sempre più condivisa dalle famiglie e dagli stessi ospiti è, quella di garantire un’ottimale qualità della vita e sviluppare il potenziale di salute.
Per Carmine Curcio, direttore sanitario della RSA San Bartolo e responsabile della riabilitazione della Clinica Misasi i numeri e l’esperienza maturata dalla struttura extra-ospedaliera iGreco Ospedali Riuniti ne sono la dimostrazione: continua ad essere punto di riferimento nella provincia di Cosenza.
Immersa nel verde, sulle colline di Mendicino, alla Residenza Socio Assistenziale per anziani San Bartolo, si può accedere o in modo diretto o attraverso ricovero convenzionato e gratuito, attivando l’unità di valutazione geriatrica. Per info e prenotazioni è possibile contattare il Numero Unico di Prenotazione 0984 32317.
Qui, il paziente impossibilitato ad essere assistito presso il proprio domicilio perché presenta, per esempio, problematiche di tipo funzionale, ortopediche o neurologiche, viene preso in carico da un’equipe multidisciplinare che verificate le condizioni di partenza, redige un piano individuale e fissa degli obiettivi.
Dal direttore sanitario al medico di reparto, dall’infermiere, all’operatore sociosanitario, dal fisioterapista, passando dallo psicologo, alle animatrici ed educatrici, anelli importanti di un’esperienza che 24 ore su 24 mette al centro il paziente e guarda al suo benessere e al raggiungimento dell’autonomia, nei semplici gesti che possono essere lavarsi i denti, mangiare da soli e vestirsi.
Dai danni neurologici dovuti ad un ictus alla rottura del femore, che grazie alla possibilità di essere risolto con interventi brevi ha contribuito ad abbassare il tasso di mortalità; i casi che maggiormente si presentano sono questi. L’ospite arriva dall’ospedale, prima viene stabilizzato e poi avviato alla riabilitazione prima in stanza e poi in palestra. In questo percorso, al pari del coinvolgimento dei familiari, risulta importante far socializzare e stimolare le attività della quotidianità.
Con 60 posti letto, nella RSA San Bartolo si predilige la terapia occupazionale, tutta una serie di attività utili a perfezionare l’abilità degli arti superiori. Come disegnare, fare la maglia, attività che riguardano sia la parte fisica che la parte psichica del paziente.
Gli ospiti della struttura de iGreco Ospedali Riuniti che durante la pandemia hanno potuto godere della stanza degli abbracci, si preparano a ricevere la terza dose del vaccino, richiamo importante per soggetti fragili come gli anziani.

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