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la riflessione

«Tra Pd e M5S un’alleanza tra due opacità»

Da qualche tempo mi arrovella un pensiero. I miei ricordi vanno lontano nel tempo alla scissione del Ppi dei primi mesi del 1995. Rocco Buttiglione era il segretario e io capo della segreteria pol…

Pubblicato il: 02/12/2021 – 11:41
di Mario Tassone*
«Tra Pd e M5S un’alleanza tra due opacità»

Da qualche tempo mi arrovella un pensiero. I miei ricordi vanno lontano nel tempo alla scissione del Ppi dei primi mesi del 1995. Rocco Buttiglione era il segretario e io capo della segreteria politica. Una scissione voluta da chi nel partito non aveva accettato la elezione di Buttiglione a segretario, l’accordo con Berlusconi e l’adesione del Ppi alla nuova formazione della Casa della libertà. Erano gli amici di una certa sinistra del Partito che con Martinazzoli avevano liquidato la Dc,dando vita in modo confuso al Ppi, avevano introdotto un sistema elettorale misto proporzionale -maggioritario senza preferenze che dava alle segreterie dei partiti il potere di “nominare” i parlamentari. E quella legge elettorale in pieno clima di Tangentopoli avrebbe dovuto introdurre il sistema dell’alternanza,che non ha mai funzionato, e dare la vittoria al Pds di Occhetto l’unico partito “miracolosamente” non coinvolto nelle inchieste del pool “Mani Pulite”. E a questa area gli amici della sinistra del Ppi guardavano per un suo allargamento a realtà che avevano maturato esperienze nella Democrazia Cristiana. Una storia nobile fu travolta dal disegno destabilizzante di alcuni procuratori nel silenzio di chi guidava allora il Ppi che avrebbe dovuto pretendere che non doveva essere gettato il bambino con l’acqua sporca. Per gli scissionisti del Ppi Berlusconi non poteva essere accettato. Allora ritornando ai miei pensieri tormentati di cui parlavo vorrei chiedere a Enrico Letta, allora fra gli scissionisti che avevano messo il veto su Berlusconi, come fa a perseguire ora una alleanza organica con i 5 Stelle. Un Movimento che è l’emblema della crisi morale e istituzionale del Paese. È la coda della rivoluzione per via giudiziaria che ha messo in crisi la democrazia, le esperienze culturali e politiche che erano anche quelle sue. Ha condotto una “crociata” contro il finanziamento pubblico dei partiti, ora invece è per il 2 per mille (un finanziamento attraverso la sottoscrizione dei cittadini ma sempre pubblico!). Un Movimento politico? No, un gruppo ben accorto di cinismo e disinvolta propensione per il potere, che riuscì a carpire la fiducia dei cittadini nelle elezioni politiche del 2013 e del 2018! Noi, la nostra storia con il bagaglio di valori la continuiamo a difendere impedendo che il progetto del Vfc continui a vanificare le conquiste di libertà,di democrazia dell’Italia. Una spiegazione la si trova proprio nel Pd, un non partito dai riferimenti storici compositi, dalla convivenza degli opposti e gli “ossimori” ne fanno la cifra. È proprio – dicevo – un non partito che non ha una visione, un progetto condiviso ma vive alla giornata gestendo le spinte e le controspinte che non danno nessuna prospettiva. Allora l’alleanza con i 5 Stelle è fra due opacità, tra chi ha tratto vantaggio con il populismo eversivo a buon mercato e chi è alla ricerca di autore. Allora la domanda: Letta l’autore l’ha trovato in Grillo e nel suo progetto del Vfc? Nessun commento. Solo il dovere morale di molti di noi di difendere quel prezioso bagaglio di idealità. Noi ci teniamo la nostra storia e non possiamo farci nulla se tanti amici si accontentano a non stringere nulla se non un umiliante pressappochismo.

  • Segretario nazionale del Nuovo Cdu
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