VIBO VALENTIA Due smartphone sotto carica e un borsone pronto, con all’interno indumenti. Oltre ad alcune buste della spesa con all’interno prodotti alimentari freschi. È quanto hanno trovato i militari al momento del blitz, scattato attorno alle 21 del 14 dicembre 2021, in un immobile a Conidoni, frazione di Briatico nella provincia di Vibo Valentia, che ha permesso di catturare i due latitanti Salvatore Morelli e Domenico Tomaino. Entrambi erano ricercati da due anni, dopo essere scampati all’arresto del 19 dicembre 2019 nel corso dell’operazione “Rinascita-Scott” della Dda di Catanzaro. In particolare, secondo gli inquirenti, Morelli sarebbe un soggetto con ruoli apicali nella ‘ndrina Pardea-Ranisi riconducibile alla locale di ‘ndrangheta di Vibo Valentia. La lunga fuga di Morelli e Tomaino, sarebbe indice «dell’ampio ausilio» ricevuto da soggetti «a loro evidentemente vicini». È quanto scrive il gip Francesca Del Vecchio nell’ordinanza di convalida degli arresti domiciliari nei confronti di Angela Rita Giada Cusa, affittuaria dell’immobile in cui sono stati catturati i due latitanti.
Il reato contestato ad Angela Cusa – assistita dall’avvocato Giovanni Vecchio del foro di Vibo Valentia – è di «favoreggiamento personale», con l’aggravante di aver «agevolato la ‘ndrangheta» e in particolare la ‘ndrina Pardea-Ranisi alla quale, secondo l’accusa, i due latitanti appartengono. Per il gip «l’indagata ha accettato di fornire rifugio e prestare assistenza ai due latitanti» tra l’altro a pochi metri dalla propria abitazione. Circostanza che induce i giudici a ritenere che la donna sia «considerata dalla ‘ndrina degna della fiducia necessaria per essere posta a conoscenza del luogo di latitanza di Morelli e Tomaino».
Subito dopo il blitz eseguito sotto il coordinamento del personale del Comando provinciale dei carabinieri di Vibo e con il supporto degli operatori del Gis, dello Squadrone eliportato Cacciatori Calabria, il Ros e il Norm di Vibo, sono stati perquisiti i locali dell’appartamento all’interno dei quali sono stati trovati documenti intestati alla donna e al coniuge, Francesco Bianco, tra cui copie di fatture relativi ai consumi idrici e una ricevuta per il pagamento di una bolletta della corrente elettrica. Nel corso dell’interrogatorio la donna ha riferito che il «proposito di prendere in affitto l’appartamento era sorto la scorsa estate e di aver poi stipulato il contratto a distanza». La donna ha poi spiegato che la necessità di prendere in affitto un altro immobile «nasceva perché la casa familiare era di dimensioni ridotte» e ha negato di «avere contezza della presenza nell’altro immobile dei due latitanti» affermando inoltre di «non averli mai conosciuti in maniera diretta o indiretta». Secondo il gip, però, è inverosimile che la Cusa non si sia mai «accorta della presenza di altre persone nell’immobile vicino circa dieci metri».
Trattandosi di una famiglia monoreddito, a pare dei giudici non è comprensibile pagare due utenze, di cui una per immobile «adibito a deposito» in cui si fa «accesso raramente e prima ancora di svolgere i paventati necessari interventi di restauro». E poi ci sono le buste della spesa con all’interno alimenti freschi trovati al momento dell’irruzione nell’immobile dove si trovavano i due latitanti. «Non si comprende – scrivono – che senso avrebbe tenere cibo in un freezer di un immobile ove ci si reca di rado perché non si è in possesso delle chiavi idonee». Una tesi, insomma, non credibile per il gip che, al contrario, ritiene che «la signora fosse pienamente consapevole che all’interno dell’immobile affittato si rifugiassero Morelli e Tomaino» e che l’incremento del consumo elettrico in bolletta per i mesi di ottobre e novembre 2021 «lascia intuire che i due fossero lì da diversi mesi». La donna, casalinga, e a casa per molte ore «non può non essersi accorta di tale presenza». Per il gip, inoltre, è impensabile che i due latitanti, in fuga da due anni, avessero corso il rischio di “occupare” abusivamente un immobile vicino all’abitazione della coppia Cusa-Bianco. (redazione@corrierecal.it)
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