LOCRI «Con i fondi del Pnrr si prova a riorganizzare la sanità in Calabria ma vi è il forte rischio di non cambiare nulla, di continuare a sperperare ingenti risorse economiche e costruire nuove cattedrali nel deserto. È questa la sintesi del mio ragionamento – scrive in una nota Giovanni Calabrese, sindaco di Locri e componente del comitato sindaci Asp 5 – esternato al Comitato dei Sindaci Asp di Reggio Calabria convocato ad horas per decidere sulla “distribuzione” in provincia di Reggio Calabria di 4 ospedali di comunità, 16 case della comunità e 6 centrali operative territoriali».
«In Calabria – spiega Calabrese – in tutto sono previsti 15 ospedali di comunità, 57 case della comunità e 19 centrali operative territoriali. Una importante ed interessante organizzazione avvenuta però senza alcun confronto preventivo, senza una logica pianificazione, quindi, praticamente, senza alcuna reale visione strategica. E noi obbligati complici solo per non passare per irresponsabili davanti alla possibile rinuncia di risorse finanziarie. Gli stanziamenti previsti sono 2,6 milioni di euro per ogni ospedale di comunità, 1,5 per la casa della comunità e 170 mila euro per ogni centro territoriale operativo. Colpevole di tutto ciò, i dirigenti e funzionari della Regione Calabria insieme alla struttura commissariale, ovviamente pre Occhiuto, che, dopo le disposizioni della nuova rete territoriale da parte del ministero della Salute e l’individuazione delle risorse per la Calabria, hanno pensato bene di chiudere tutto nel famoso solito “cassetto” a scapito dei cittadini e delle istituzioni».
«L’ennesimo schiaffo alla sanità calabrese – dice Calabrese – alla quale ha cercato di porre rimedio il nuovo direttore genale del dipartimento Salute, Iole Fantozzi, riuscita a scardinare con il “piede di porco” il cassetto blindato dai suoi predecessori. Tutto ciò al fotofinish della scadenza nazionale indicata da Agenas e Ministero per il 20 dicembre 2021… domani!! Questa è purtroppo l’ennesima e vergognosa vicenda perpetrata ai danni dei cittadini calabresi. Non dobbiamo dimenticare che la Calabria è stata in grado di perdere 200 milioni di risorse straordinarie Covid per una “domanda sbagliata”, mentre sui territori si faceva la colletta per acquistare i presidi sanitari minimi per medici e infermieri chiamati a fronteggiare il Covid in condizioni di evidente precarietà. Per l’ospedale di Locri si è indignato anche Papa Francesco e attraverso il suo elemosiniere ha recapitato due colli di mascherine mentre comitati locali si facevano carico di acquistare detergente e guanti! Speriamo che quanto accaduto ieri, in relazione alla nuova organizzazione della sanità territoriale, rappresenti l’ultimo triste regalo di una ventennale gestione scellerata della sanità calabrese».
«Auspichiamo che il presidente Occhiuto convochi con gli “Stati Generali della Sanità Calabrese” – chiede Calabrese – per condividere, con le preposte istituzioni locali, il nuovo corso della sanità calabrese al quale il presidente ha dato il giusto avvio puntando su una squadra di manager di comprovata capacità e competenza, mettendoci la faccia in prima persona con la nomina a commissario straordinario per il piano di rientro. Il confronto con i territori è indispensabile per costruire il futuro ma non può essere fatta una programmazione all’ultimo minuto per come siamo stati obbligati a subire in questa occasione! Chiederò anche al presidente Anci Calabria, Marcello Manna, di convocare un direttivo Anci Calabria per un confronto con i comitati dei sindaci Asp delle cinque province calabresi al fine di una proposta omogenea per tutta la Calabria anche per fare il punto della situazione a distanza di un anno della marcia su Roma dei sindaci calabresi del novembre 2020. La Sanità è uno dei principali problemi della nostra Regione e serve il necessario e determinate contributo di tutti per costruire un sistema sanitario serio, funzionante, forte e credibile».
Alla nota di Calabrese risponde, a stretto giro di boa, il presidente della giunta regionale Roberto Occhiuto: «La Calabria non perderà alcuna risorsa del Piano nazionale di ripresa e resilienza destinata alla sanità. I fondi arriveranno, come nelle altre Regioni, e serviranno tra le altre cose a finanziare gli ospedali di comunità, le case della comunità e le centrali operative territoriali. Domani, come da scadenza tassativa, verranno comunicati all’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali i primi dati utili relativi alle nostre strutture sanitarie e al nostro fabbisogno, insieme ad una nota nella quale verrà spiegato in modo chiaro e trasparente cosa aveva la Regione da maggio 2021 a poche settimane fa, prima del mio arrivo alla Cittadella. Ma quanto al merito dei progetti – questo l’accordo che ho raggiunto con il direttore generale di Agenas, Domenico Mantoan – avremo tempo fino a marzo 2022 per aggiornarli, dopo un accurato confronto che avvieremo nei prossimi giorni con le Aziende sanitarie, con le Aziende ospedaliere e con i sindaci. Siamo impegnati per ricostruire la sanità della nostra Regione, e lo stiamo facendo nonostante le macerie lasciate da 12 anni di sterile commissariamento. Presto i calabresi vedranno i primi frutti di questo incessante lavoro».
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