LAMEZIA TERME Tra difficoltà, emergenze, questioni sociali e anche finanziarie, l’amministrazione comunale di Vibo Valentia, guidata dal sindaco Maria Limardo prosegue il suo percorso, raccogliendo anche qualche ottimo risultato e riconoscimento, primo fra tutti il riconoscimento di Vibo “Capitale italiana del libro 2021”. Traguardi rivendicati con orgoglio dal sindaco Limardo, ospite dell’ultima puntata di “20.20” andata in onda ieri sera su L’altro Corriere Tv (canale 16). Ai due conduttori, Danilo Monteleone e Ugo Floro, Maria Limardo ha sottolineato come la vittoria di Vibo sia stato un risultato inaspettato «soprattutto perché abbiamo avuto la meglio su tante altre città come Torino. Ha vinto però un progetto, fatto per bene, un progetto nel quale abbiamo creduto e scommesso. Credo che siamo riusciti a convincere la commissione perché dietro a quel progetto c’era gente determinata, con voglia di fare, con il proposito di dare un’immagine migliore della città al resto d’Italia».
Per quanto riguarda invece la “centralità” di Vibo capoluogo il primo cittadino è stato chiaro: «Credo che ci siamo mossi per far riconquistare centralità alla città, sia nell’hinterland sia nella riaffermazione di essere capoluogo di provincia a livello regionale. E credo che ci stiamo riuscendo, stiamo comunque riconquistando molto terreno da questo punto di vista». Progetti e ambizioni, quelle di Vibo e del sindaco Limardo, che ben si sposano con l’ultimo finanziamento ottenuto. Quei 20 milioni di euro per la “rigenerazione urbana” che, se spesi bene, possono davvero ridisegnare la città di Vibo Valentia: «Non sono soldi per un lavoro pubblico, ma sono 20 milioni destinati alla rigenerazione urbana e ottenuti perché abbiamo presentato un progetto che non prevede interventi “spot” ma abbiamo consegnato per la prima volta una visione strategica di sviluppo dell’intera città». «Io – ha detto ancora la Limardo – Immagino una Vibo rigenerata non soltanto dal punto di vista urbanistico ma questi 20 milioni, uniti agli altri, possono rappresentare un’occasione importante di riscatto, anche culturale di questa città».
A pesare, però, come un macigno è la burocrazia «un mostro dalle mille teste e Vibo non fa eccezione», spiega Maria Limardo. I problemi, che interessano gran parte dei Comuni italiani, sono legati alla carenza cronica di risorse umane. «A livello statale – ha ribadito la Limardo – bisogna che il governo comprenda che la situazione degli Enti sta scoppiando, il problema del personale è assoluto. Abbiamo strutture scadenti dal punto di vista del personale, ci ritroviamo costretti ad esternalizzare tutto ciò che riusciamo ad esternalizzare. Ad esempio il settore dei lavori pubblici, assolutamente strategico, non può essere mandato avanti da sole due persone. Bisogna che a livello regionale e nazionale si comprende che se salta, e sta saltando, il sistema dei Comuni, salta l’Italia».
Oltre alle ingenti risorse in arrivo per Vibo Valentia, c’è da tenere in stretta considerazione la tentazione dei clan di ‘ndrangheta di mettere le mani sui fondi. Di fatto a Vibo la sfida è doppia: spendere e difendere. «Come sindaco – ha spiegato la Limardo – sono anche presidente dell’Ato rifiuti. Avevamo una gara da 42 milioni da gestire ma l’ho sottratta e dirottata su Roma, a Invitalia. Intanto ho risparmiato, poi abbiamo con Invitalia professionalità di altissimo profilo. Ci sono dei modelli che passano che sono innanzitutto culturali. Dal momento in cui mi sono insediata abbiamo attuato alcune misure e delibere che mettono ulteriori paletti rispetto a quelli che già ci sono». «Intanto – ha detto il sindaco – abbiamo immaginato una nuova pianta organica inviata al ministero per poter fare nuove assunzioni. Noi metteremo in atto la spesa di questi soldi attraverso procedure ad evidenza pubblica. Il territorio è quello che è, non sappiamo poi dietro ad un’impresa “pulita” cosa c’è, noi agiremo in assoluta trasparenza».
Maria Limardo, e lo ha ribadito più volte, ha scelto di restare alla guida del Comune di Vibo nonostante i “corteggiamenti” della politica regionale. «Mi sono data finora anima e corpo alla mia città – ha spiegato – ma è stata finora un’esperienza molto dura. Sono passati poco più di due anni ma è come se fossero 25. Ho sempre preferito Vibo perché mi sono candidata per amministrare la mia città, anche perché cinque anni non bastano, mi sono candidata per un arco di tempo decennale». «Ci siamo posti alcune priorità: il risanamento economico e poi burocratico, e infine da questi due assi arriverà il risanamento sociale attraverso la rigenerazione urbana. Abbiamo tutte le carte in regola per il riscatto di questa città che finora non è stata interessata da una visione strategica ma che passa anche da piccoli atti d’amore».
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