ROMA «Tanto tuonò che non piovve». E «tutto cambia affinché nulla cambi». Gigi Miseferi chiude così il suo/nostro diario quotidiano da Montecitorio. Che ci regala il commento – niente affatto tenero nei confronti dei partiti – del governatore Roberto Occhiuto.
«Spero che sia l’ultima giornata a Roma, non ne posso più», è la frase che il Fatto Quotidiano ha attribuito a Roberto Occhiuto dopo la giornata del (non) voto a Casellati e della “caduta” del (molto) presunto kingmaker Salvini. Il governatore, che già aveva manifestato una certa fretta di tornare alle emergenze della Calabria, ha chiuso la parentesi da “grande elettore” nei tempi che, in effetti, aveva pronosticato giorni fa ai microfoni del nostro attore-inviato Gigi Miseferi. Occhiuto ha aperto il “Romanzo Quirinale” del Corriere della Calabria con l’idea che si potesse decidere tutto entro sabato e in effetti così è stato, con il quorum superato da Sergio Mattarella poco prima delle 20,30.
A trattative concluse spiega che «è andata bene, nel senso che si elegge una figura istituzionale di grande equilibrio ma c’è la dichiarazione di fallimento dei partiti politici nazionali. Hanno perso tutti perché hanno dimostrato di non saper fare le scelte, scelte alternative. Ci si è comportati come dei giocatori che fanno disastri con la palla e poi la restituiscono all’arbitro che c’era prima». E al «tanto tuonò che non piovve» di Miseferi non può che acconsentire: «L’offerta politica attuale del Paese – spiega – non è in grado di compiere delle scelte, anche i governi sono stati costruiti dai presidenti della Repubblica per la stessa incapacità».
Il giudizio su Mattarella è ovviamente positivo, anche alla luce dell’incontro con i presidenti delle Regioni. «Il presidente ha detto di fare grande affidamento sulle Regioni, che hanno dimostrato di essere il livello istituzionale più prossimo ai bisogni dei territori nel fronteggiare l’emergenza della pandemia».
E ai calabresi Occhiuto dice che «domani il loro presidente torna e si mette a lavorare fisicamente in Calabria sulle tante emergenze alle quali in questi giorni ho lavorato da remoto. Soprattutto la sanità, che occupa il 70% del mio tempo: su quello dobbiamo dimostrare che la Calabria può essere una regione normale. Abbiamo aumentato posti letto e terapie intensive e siamo tra le regioni che hanno vaccinato di più, anche i bambini, nelle scuole».
A Miseferi, che gli chiede un «messaggio ai calabresi», il governatore risponde che consiglia loro di «avere fiducia nelle istituzioni, soprattutto nelle Regioni. C’è molto da fare ma, come ho detto a qualche amico qui a Roma, mi sento come quello che si è messo a rassettare una camera che non era stata rassettata da anni. Abbiamo aperto ospedali, stiamo facendo assunzioni di medici e personale sanitario a tempo indeterminato. Poi c’è sempre qualcuno che dice “lì è ancora sporco” ma datemi il tempo e affronteremo ogni problema con il piglio e la capacità di incidere concretamente. Intanto mi auguro che si chiuda il negoziato per l’acquisizione delle quote di Sacal dai privati per restituire ai calabresi i loro aeroporti».
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