MESORACA Un paese silenzioso e in lutto Mesoraca. Una piccola bara bianca e leggera che viene trasportata nel santuario del SS. Ecce Homo. Ad attenderla in chiesa i parenti e il vescovo monsignor Angelo Raffaele Panzetta. È il giorno dell’addio alla piccola Ginevra, due anni, strappata alla vita troppo presto e con troppa violenza. La bambina era stata contagiata dal virus del Covid. Ora sarà l’autopsia, eseguita a Roma, a spiegare le esatte cause della morte della piccola che il 29 gennaio scorso è stata trasportata d’urgenza con un volo militare all’ospedale Bambin Gesù dopo essere stata al Pugliese Ciaccio di Catanzaro. Necessitava di un ricovero in una terapia intensiva pediatrica provvista di Ecmo, un apparecchio che serve per l’ossigenazione extra corporea del sangue. La grave insufficienza polmonare che aveva colpito Ginevra ha portato la Prefettura di Catanzaro a richiedere il trasporto aereo d’urgenza. Non è servito a nulla, era troppo tardi per la piccola che è spirata poche ore dopo il suo arrivo a Roma. A Mesoraca è stato proclamato il lutto cittadino, sono stati chiusi i negozi dalle 15 fino alla fine della cerimonia funebre e dalle 12 tutte le scuole hanno osservato un minuto di silenzio. Non c’è consolazione per la morte così violenta di una innocente di soli due anni. Accanto alla piccola, i parenti ma non i genitori ancora positivi al Covid.
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