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«Occhiuto finora “uomo solo al comando” e senza una strategia. E il fronte progressista deve rafforzarsi»

Intervista alla leader del centrosinistra in Consiglio regionale Amalia Bruni. «Dal governatore molti spot e annunci. Sanità ancora all’anno zero». «Sempre al fianco dei giornalisti contro le quere…

Pubblicato il: 03/03/2022 – 15:10
di Antonio Cantisani
«Occhiuto finora “uomo solo al comando” e senza una strategia. E il fronte progressista deve rafforzarsi»

«È ancora troppo presto per fare valutazioni complete sull’attività della Giunta ma comunque la percezione che si avverte è quella dell’”uomo solo al comando”». Così Amalia Bruni, scienziata e neurologa di fama internazionale e leader dell’opposizione di centrosinistra in Consiglio regionale, valuta i primi mesi di governo della Regione targato Roberto Occhiuto. In un’intervista al Corriere della Calabria, la Bruni si sofferma anche sul centrosinistra,  le cui difficoltà – dice – «sono tutt’altro che superate», e sulle principali emergenze della nostra terra, a partire dalla sanità che è ancora «all’anno zero». Pieno sostegno infine dalla Bruni alla battaglia per la libertà di stampa avviata dal Corriere della Calabria con altre testate, l’Ordine e il sindacato dei giornalisti.

Dottoressa Bruni, partiamo proprio da qui, da questo tema diventato di stringente attualità in Calabria: alcune testate giornalistiche – in primis il Corriere della Calabria – l’Ordine dei giornalisti, il sindaco dei giornalisti, l’Unci, hanno lanciato un appello in difesa della libertà di stampa alla luce delle sempre più numerose querele temerarie a scopo intimidatorio. Qual è il suo commento?  
«Non si può non essere d’accordo con la difesa della libertà di stampa, soprattutto in una terra come la Calabria dove i giornalisti svolgono un ruolo vitale, di controllo, sono le sentinelle della democrazia e come tali la loro attività deve essere salvaguardata da chi intende metterli a tacere con l’azione delle querele temerarie con richieste di risarcimento abnormi che hanno il solo scopo di rallentare o fermare le loro inchieste. Ho sempre il massimo rispetto per chi si batte legalmente per la tutela e il miglioramento della Calabria. Quindi io sono e sarò sempre al fianco dei giornalisti che svolgono con professionalità e in piena libertà il loro lavoro d’informazione. E vorrei aggiungere che proprio come categoria dovreste assumere maggiormente la consapevolezza del ruolo speciale che avete».

Veniamo alla sua attività alla Regione: ci può tracciare un bilancio sui primi mesi della sua esperienza in Consiglio regionale? Qual è l’aspetto che più l’ha colpita positivamente, e quale negativamente?
«Compatibilmente con gli strumenti a disposizione dell’opposizione, credo abbiamo fatto tanto, sia nell’opera di controllo degli atti, sia nell’azione di indirizzo per quanto possibile e anche in quello propositivo. Siamo intervenuti con proposte di rilievo sulla vicenda della Sorical. In tal senso abbiamo presentato una interrogazione e proposto con forza che il problema dell’approvvigionamento idrico venga discusso direttamente in Consiglio regionale. Abbiamo anche valutato attentamente la questione Sacal dove c’è stata una pessima gestione sia da parte della politica, sia della stessa azienda. Naturalmente un capitolo a parte è dedicato alla situazione disastrata della sanità – abbiamo fatto, solo come esempio interrogazioni sui grandi ospedali, sul 118, sui tamponi gratuiti, sulla trasparenza degli atti, sulla condizione degli psicologi delle equipe medico-psico-pedagogiche – e  su ogni punto l’opposizione è stata pronta a svolgere il proprio ruolo, che è quello di stare dalla parte dei cittadini, di ascoltare le istanze come sulla tematica dell’autismo o degli hospice».

È ovviamente inevitabile un giudizio su questi primi mesi di governo del presidente Occhiuto e della Giunta regionale: quanto arrosto e quanto fumo?
«È ancora troppo presto per fare valutazioni complete sull’attività della Giunta ma comunque la percezione che si avverte è quella dell’”uomo solo al comando”. Ci troviamo di fronte a un’amministrazione che ancora non sembra avere le idee chiare su come cambiare rotta e portare la Calabria fuori dal disastro nel quale si trova e che insegue e ricerca professionalità apparentemente assenti a queste latitudini. Manca una strategia generale, assistiamo sempre di più a una politica degli annunci, degli spot, ma poi non cambia niente o quasi. È evidente che non c’è la bacchetta magica ma manca una strategia seria. Ad esempio sulla sanità, dove non abbiamo ancora capito come il governatore intenda risolvere il problema. Quale sia l’idea della sanità che vorrebbe si realizzasse in Calabria. Ma è lo stesso per i trasporti, le infrastrutture, la cultura, tutto. Quindi c’è tantissimo fumo, per rifarmi alla sua domanda».

Capitolo sanità, che per lei è particolarmente sensibile: lei non sta lesinando critiche allo stesso Occhiuto nella sua qualità di commissario. Cosa in particolare non la sta convincendo?
«Purtroppo sulla sanità eravamo e siamo all’anno zero e abbiamo una visione profondamente diversa da quella che ha il presidente Occhiuto. La sanità è la madre di tutte le battaglie e questo vale per tutti: governo regionale, opposizione, sistema regionale calabrese. Prima di tutto perché i cittadini di questa terra hanno diritto a un servizio sanitario adeguato e naturalmente per l’incidenza che la sanità ha sull’intero sistema di questa regione. A differenza del recente passato il presidente Occhiuto ha ottenuto l’assunzione diretta per la gestione di questo settore, cosa accaduta con una velocità mai vista prima nei rapporti con il Governo, ma la nomina a commissario c’è stata senza condividere un progetto, una ricontrattazione del Piano di rientro, senza cioè definire chi fa che cosa. Una sorta di liberazione più per il Governo che per i calabresi. Ne è prova che a distanza di tre mesi ancora non si è definita la struttura commissariale e gli stessi aiuti in materia di risorse umane sono tutte al di la dal venire. Nessun riscontro inoltre, sul debito pregresso, prodotto dai commissari: noi non siamo d’accordo con quanto dice il presidente/commissario che va risanato con un mutuo a carico della Regione ma va ripianato con risorse a carico dello Stato; non si è negoziata nessuna deroga in materia di standard per l’assunzione di personale. È la mancanza di personale la prima grande emergenza nella sanità calabrese perché in sanità da decenni ormai non si assume più a più nessuno a pie di lista, standard ed equilibrio economico sono vincoli ineludibili. Speriamo che presto Occhiuto si accorga di quanto sta succedendo e ci ascolti. O saremo costretti ancora a lungo a osservare che sul nostro territorio circolino ambulanze senza medico a bordo e a lamentarci che in Calabria non ci sono strutture di terapia intensiva pediatrica».

Oltre alla sanità quali sono le priorità su cui secondo lei il governatore Occhiuto e la sua maggioranza dovrebbero soffermarsi?
«La nostra è una terra che ha bisogno di tutto e le emergenze sono davvero tante. Le infrastrutture sono carenti e da anni non riusciamo a fare passi in avanti per la Strada statale 106 che rappresenta la maggiore e importante arteria della dorsale ionica della Calabria ma che è anche tra le più pericolose. Proprio nell’ultimo Consiglio una mozione maggioranza/minoranza ha messo nelle condizioni il presidente Occhiuto di poter chiedere con forza i fondi che servono per ammodernarla e renderla sicura, a dimostrazione che la nostra è un’opposizione che guarda sempre al bene collettivo. Ma siamo indietro per quanto riguarda la cultura, lo sport, il welfare e purtroppo dalla Giunta non sembrano venire grandi idee e questo ci preoccupa».

Lei alle Regionali quale candidata alla presidenza è stata sostenuta da Pd e dal Movimento 5 Stelle: finora state procedendo in modo unitario, lo dimostrano anche alcune interrogazioni su temi importanti firmate congiuntamente. Durerà o teme che le dinamiche nazionali dei partiti possano influire?
«Io sono stata chiamata dal centrosinistra, allargato a liste civiche e movimenti in una fase di grande responsabilità dello schieramento progressista. Difficoltà e insufficienze che il voto ci ha consegnato in modo esplicito. Quelle difficoltà sono tutt’altro che superate. C’è bisogno di allargare e rafforzare il campo progressista che non può essere appaltato ai soli consiglieri regionali. Loro devono essere i terminali che raccolgono le sollecitazioni che provengono dai territori e offrono uno sbocco istituzionale. C’è bisogno che forze politiche, movimenti, associazioni facciano sempre più rete e intensifichino il rapporto con i cittadini. In questa ottica saluto con soddisfazione il congresso del Pd e la spinta rigeneratrice che sta dando il segretario Nicola Irto. Certo c’è ancora tanto da fare ma, per valutare qualsiasi cosa, bisogna sempre ricordare da dove si parte. Il mio apporto è di grande responsabilità, senza pregiudizi e sempre pronta ad ascoltare. Tra le prime cose che la politica dovrebbe ripristinare è la disponibilità e la capacità ad ascoltarsi. Viviamo un’epoca difficile, complessa, con tensioni sociali che nei prossimi mesi si acutizzeranno ancora di più e l’uomo solo al comando non è certo la soluzione. Le stesse drammatiche vicende della guerra in Ucraina, oltre all’intollerabile perdita di vite umane, produrrà nuovi scenari con cui bisognerà fare i conti».

Alcuni osservatori politici sostengono che finora la vostra opposizione alla maggioranza di centrodestra del presidente Occhiuto non sia stata molto incisiva: cosa risponde?
«Per come è ancora presto misurare compiutamente l’azione del governo mi pare altrettanto giusto per la minoranza. La nostra non sarà mai una opposizione di pregiudizi, ma non per assecondare il benvolere del presidente o della maggioranza, ma perché la nostra bussola è la Calabria ed ogni azione è volta alla ricerca, sia pure a piccoli passi, di aiutare e sostenere la Calabria. Certo c’è poi la necessità di affinare le nostre proposte sui grandi temi e di raccordarsi meglio sia verso il basso, comuni e territori sia, verso l’alto, Governo, Parlamento, Europa. Un ruolo di opposizione che svolge le sue funzioni quotidiane, ma che non si chiude nei Palazzi della Regione e che si misura e si confronta con le forze sociali calabresi e con i bisogni reali. Una opposizione che fa del merito la sua discriminate e dei saperi i suoi alleati preferiti. Scuola, Università, ricerca la nostra bussola quotidiana e con uno sguardo lungo che si raccorda di più e meglio col Governo, il Parlamento, l’Europa». (redazione@corrierecal.it)

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