REGGIO CALABRIA «Oggi si compie il passo immediatamente successivo alla stipula della convenzione tra il sindaco (di Reggio Calabria, ndr) e la ministra della Giustizia, che in nome del ministero ha assunto in prima persona l’onere della realizzazione delle opere». E il passo, nello specifico, è quello dell’individuazione della stazione appaltante come recita la convenzione stipulata questo 7 marzo alla Corte d’Appello di Reggio Calabria per il completamento del nuovo Palazzo di Giustizia. L’atto è stato sottoscritto tra il ministero, rappresentato dal sottosegretario Francesco Paolo Sisto e dal direttore generale delle Risorse materiali e delle tecnologie Massimo Orlando, e l’Uta, l’Unità tecnico amministrativa della Presidenza del Consiglio dei ministri rappresentata dal dirigente vicario Giuseppe Fusco. L’Uta (unità tecnica amministrativa) di fatto è la «nuova stazione appaltante» che «provvederà – c’è scritto nella convenzione – all’espletamento delle gare d’appalto necessarie all’affidamento dei servizi tecnici e delle opere necessarie a realizzare» il nuovo Tribunale.
Per dirla con le parole del referente tecnico dell’Uta, l’ingegnere Giovan Battista Pasquariello, serviranno circa 30 milioni di euro e 3 anni per «restituire alla cittadinanza di Reggio Calabria un’opera incredibile», finora rimasta incompiuta. «Confidiamo nella serietà e nella professionalità degli esponenti dell’Uta – commenta Massimo Orlando – per riprendere e completare un Palazzo di giustizia che negli ultimi anni è diventato indispensabile per la città di Reggio Calabria».
Come già detto in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario nella città dello Stretto, che aveva visto la partecipazione della stessa Guardasigilli, il distretto sta «uscendo dal cono d’ombra» dov’era rimasto negli ultimi anni. «Sono grato dell’attenzione che da qualche tempo il ministero ci riversa, – commenta il presidente Gerardis – fortemente impegnato nell’attenzionare le problematiche del Sud, nel nostro distretto in particolare». L’odierna convenzione è la riprova: «Si tratta di un grande passo in avanti. – continua il presidente della Corte d’Appello – È una convenzione che consentirà immediatamente alla stazione appaltante di partire con il bando. Di questo devo essere grato al ministero che sta dando un impulso straordinario. Credo che
per la prima volta si possa essere speranzosi e fiduciosi per una tempestiva ultimazione dei lavori. Da questo momento in poi gli appalti verranno gestiti direttamente da questa stazione appaltante».
Per il sottosegretario alla Giustizia Francesco Paolo Sisto questa firma ha un peso particolare. «Questo è un ministero che fa», che «garantisce presenza sui territori non solo formale, ma per dare delle risposte. Questa è un’iniziativa del 2004, un percorso doloroso di un’opera pubblica nel Sud. Dobbiamo avere la capacità di dare sprint a quest’iniziativa. La forma mai come in questo settore è sostanza. Non possiamo più accontentarci del punto di partenza. Non ci interessa più lo start ma la scritta “arrivo”». (redazione@corrierecal.it)
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