CATANZARO Alla ricerca di una via di fuga dall’impasse. A parte eccezioni sempre più sparute, nel centrodestra ormai tutti parlano con Valerio Donato. Il docente universitario, giurista e avvocato candidato sindaco di Catanzaro è allo stato il “baricentro” della politica nel capoluogo. Lo stallo della coalizione, clamorosamente incapace non solo di trovare un nome per il dopo Abramo Quater ma persino di incontrarsi, sta portando big e seconde linee a infittire i contatti con Donato: del resto, lo strappo che il candidato sindaco ha fatto con il Pd, il suo partito di riferimento che però gli ha preferito Nicola Fiorita, starebbe facendo rompere gli indugi anche ai più allineati al centrodestra. Nello schieramento si respira un clima da “liberi tutti”, alimentato da una serie di fattori interni.
In queste settimane sembrano essere arrivati al pettine tutti i nodi irrisolti del centrodestra, nodi che l’esperienza Abramo aveva tenuto sottotraccia ma che adesso si stanno manifestando plasticamente. Veti incrociati, tensioni interne ai partiti – aspra quella in Forza Italia tra il coordinatore provinciale Mimmo Tallini e il coordinatore regionale Giuseppe Mangialavori – e piccole e grandi vendette che si stanno consumando al fondo di più venti anni di accordi basati più su convenienze di vario genere che su affinità politiche e ideologiche: sono tutti elementi che ora hanno raggiunto il diapason impedendo la convocazione di riunioni e interpartitiche ufficiali. Oltre a contatti telefonici e incontri riservati e ristretti nel centrodestra catanzarese a tutt’oggi non si va. Anche perché non si capisce a chi spetti la prima mossa: la verità, inoltre, è che nessuno sembra avere l’asso nella manica, il nome che come d’incanto sopravvive al fuoco amico e mette d’accordo tutti. E poi, praticamente tutti i big del centrodestra devono fare i conti con i consiglieri comunali di riferimento e con i propri “capi-elettori”: nella pancia dello schieramento, sono in tanti a non vedere di buon occhio una presunta centralità delle trattative assunta nuovamente da Tallini e dal sindaco uscente Sergio Abramo e a guardare con estremo interesse a Donato (e qualcuno peraltro si è già accasato con il docente dell’Umg).
Anche un intervento del tavolo romano del centrodestra sembra essere ormai più una speranza che una certezza, per la semplice ragione che un tavolo romano del centrodestra (ancora) non c’è, per quanto riguarda le Amministrative (non solo quelle di Catanzaro), e forse mai ci sarà. Mentre c’è anche chi aspetta (e quasi invoca) un segnale del governatore Roberto Occhiuto, considerando che le Comunali di Catanzaro hanno e avranno un’evidente ricaduta regionale. Un po’ per tutti questi fattori i colonnelli sul territorio al momento si stanno regolando in totale autonomia. Fonti accreditate a esempio riferiscono che il plenipotenziario della Lega, il presidente del Consiglio regionale Filippo Mancuso, abbia esposto al leader del Carroccio Matteo Salvini le difficoltà della coalizione a Catanzaro, senza però ricevere particolari istruzioni, al punto che una consistente area che gravita attorno a Mancuso – confluita nel gruppo “Alleanza per Catanzaro” – avrebbe già avviato una fitta interlocuzione con Donato. Così come non fanno mistero di dialogare con Donato aree come quella di “Catanzaro da Vivere”, rappresentata da due “papabili” candidati sindaco bruciati dalla contraerea interna, Baldo Esposito e Marco Polimeni (ritenuto dai bene informati molto vicino a Mangialavori), e poi “Fare” di Sergio Costanzo. Inoltre, indiscrezioni ritengono possibile un avvicinamento a Donato di un altro candidato sindaco, il presidente dell’Ordine degli avvocati Antonello Talerico, forte già di tre liste. E poi c’è chi ha già abbracciato il progetto di Donato, come l’Udc di Giovanni Merante e “Italia al centro” dell’asse Francesco De Nisi-Fernando Sinopoli. In soldoni, si tratta solo di capire cosa faranno i “grandi” del centrodestra, gli azionisti di maggioranza della coalizione con i loro simboli ufficiali (e nazionali): Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia. È questo, in effetti, il passaggio politico dirimente per pesare la reale portata della candidatura di Valerio Donato, che peraltro continua ad attrarre e a spaccare il Pd e il centrosinistra, con tanti dirigenti democrat che in queste ore stanno uscendo pubblicamente con endorsement per il docente dell’Umg. Quello che si profila è dunque uno schieramento variegato e talmente affollato e composito da indurre più di un osservatore politico a “consigliare” a Donato di stabilire regole di ingaggio (anche etiche…) ferree e severe pena il rischio di implodere con l’avvicinarsi della scadenza elettorale. (a. cant.)
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