KIEV Nuovi raid sulla capitale ucraina. Le esplosioni avvenute in serata sulla città hanno colpito alcuni edifici residenziali e un centro commerciale del quartiere Podilsk.
Lo ha confermato su Telegram il sindaco Vitaliy Klitschko mentre il Kyiv Independent postava il video delle telecamere di sicurezza del parcheggio del centro commerciale Retroville che hanno ripreso l’esplosione in diretta.
Le immagini mostrano lo scoppio, le fiamme e i detriti che volano. Il bombardamento ha colpito diverse case e ucciso almeno una persona, riferisce il sindaco, aggiungendo che i soccorritori stando cercando di spegnere un grande incendio nel centro commerciale colpito dai bombardamenti. Dopo Kiev, le sirene dall’arme stanno suonando anche a Lozova, nella regione di Kharkiv.
Nella regione di Sumy, bersagliata da caccia russi diretti verso il centro dell’Ucraina, c’è stata una perdita di ammoniaca da un impianto chimico: le autorità avevano lanciato l’allarme per due villaggi entro i 2,5 chilometri dal sito, raccomandando agli abitanti di prendere precauzioni. La perdita nell’impianto chimico di Sumykhimprom è «sotto controllo con solo una persona ferita», ha affermato su Twitter il Centro per le comunicazioni strategiche del Ministero della cultura ucraina. Anche il governatore dell’oblast di Sumy Dmytro Zhyvytskyy su Telegram conferma: «Alle 7.50 la perdita è stata eliminata». «Attualmente sono in corso lavori regolari. Non vi è alcuna minaccia per la popolazione. Si è saputo di una persona ferita, un dipendente dell’impresa», aggiunge il governatore.
L’Ucraina respinge la richiesta della Russia di consegnare Mariupol. La vicepremier Iryna Vereshchuk ha risposto alla Russia affermando che «la resa non è un’opzione». Lo riporta il Kyiv Independent, aggiungendo che l’Ucraina «chiede che le forze russe consentano immediatamente un passaggio sicuro». In una lettera il ministero della Difesa russo sosteneva che avrebbe stabilito un corridoio umanitario solo se Mariupol si fosse arresa.
DIARIO DI GUERRA
Ucraina, ultimatum russo: «I militari lascino Mariupol»
La Russia aveva lanciato un ultimatum «a tutte le formazioni militari ucraine a lasciare Mariupol oggi senza armi e munizioni». Lo aveva detto il capo del Centro di controllo della difesa nazionale russo Mikhail Mizintsev, citato da Interfax. «La procedura per lasciare la città è organizzata come segue. Tra le 10 e mezzogiorno, tutte le formazioni militari ucraine e i mercenari stranieri senza eccezioni, senza armi e munizioni, devono uscire utilizzando il percorso concordato con l’Ucraina», ha detto Mizintsev in un briefing, riferendosi al piano proposto dalla Russia. «Russia e Ucraina hanno approvato un percorso per l’evacuazione dei cittadini da Mariupol verso un territorio controllato da Kiev. Mosca suggerisce di dichiarare un cessate il fuoco temporaneo dalle 9.30 ora di Mosca di lunedì».
«La Russia apre corridoi umanitari da Mariupol verso est e in coordinamento con la parte ucraina verso ovest alle 10 – ha detto Mizintsev – il via al cessate il fuoco da parte di entrambe le parti è segnato dall’alzarsi di bandiere: rosso da parte russa e bianco da parte ucraina».
«La Russia aspetta da Kiev una risposta alle misure proposte sull’evacuazione dei civili da Mariupol entro le 5.00 ora di Mosca (le 3.00 ora italiana)», ha aggiunto Mikhail Mizintsev. «Chiediamo alle autorità di Kiev di tornare in sé e fare marcia indietro rispetto alle istruzioni precedenti che obbligano i combattenti a sacrificarsi e diventare “i martiri di Mariupol” – ha proseguito – Inoltre, insistiamo con la richiesta di una risposta scritta ufficiale da parte ucraina entro le 5:00 per salvare i residenti di Mariupol e le infrastrutture della città».
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