CATANZARO La prima sezione civile del Tribunale di Catanzaro ha accolto il ricorso proposto dalla candidata al Consiglio regionale, Silvia Parente, contro Valeria Fedele, eletta lo scorso ottobre nella lista di Forza Italia. Nel ricorso la Parente, anche lei candidata alle Regionali con Forza Italia, ha contestato alla Fedele una presunta causa di ineleggibilità determinata dalla attività della Fedele quale direttore generale della Provincia di Catanzaro, situazione che – secondo la tesi della ricorrente – ha determinato «un’alterazione della par condicio tra candidati». Tesi condivisa dal Tribunale di Catanzaro, secondo cui “risulta” che la Fedele – si legge nella decisione – «non è mai cessata dalla carica, né si è collocata in aspettativa, permanendo nella situazione di ineleggibilità stigmatizzata» dalla normativa vigente. Per la Fedele l’esito negativo di questo ricorso ricalca quello già pronunciato nei giorni scorsi nei suoi confronti in favore di un altro dei non eletti nella lista di Forza Italia, Antonello Talerico. Queste appendici giudiziarie delle elezioni regionali di ottobre evidenziano dunque uno scontro all’interno di Forza Italia, anche se, in ogni caso, per l’eventuale ingresso della Parente in Consiglio regionale bisognerà attendere la sentenza di secondo grado.
In riferimento alla pronuncia del Tribunale Civile di Catanzaro in merito al ricorso presentato da Silvia Parente, l’avvocato Oreste Morcavallo, nell’interesse dell’on. Valeria Fedele, ribadisce che «l’ordinanza del tribunale non è condivisibile perché stravolge la norma di riferimento introducendo una causa di ineleggibilità non prevista da nessuna norma» preannunciando anche in questo caso immediato appello, ricorda che lo stesso «sospende l’esecutività dell’ordinanza per cui la decisione definitiva spetta alla Corte d’Appello, per il cui esito siamo pienamente fiduciosi». La consigliera regionale da parte sua dichiara: «Ribadisco quanto già detto. La legge vigente non prevede causa di ineleggibilità sulla posizione che mi riguarda. Pertanto anche questo provvedimento sarà immediatamente impugnato dai miei legali, con i quali condivido la fiducia di vedere riconosciute le nostre ragioni». (redazione@corrierecal.it)
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