CATANZARO È l’economia calabrese tra quelle maggiormente esposte ad un eventuale taglio dell’export verso la Russia. Assieme alla Sicilia, infatti, sarebbe quella che pagherebbe il costo più salato del pacchetto di sanzioni stabilite da Bruxelles per colpire il governo russo. L’allarme arriva dal centro studi delle Camere di commercio Guglielmo Tagliacarne. Passando a setaccio i dati, gli analisti fanno emergere che proprio la Calabria subirebbe i maggiori contraccolpi da quelle misure. Visto l’alto tasso di incidenza dei prodotti calabresi esportati verso la Russia ma anche l’Ucraina. Stando ai dati degli analisti, riportati anche su Il Sole 24 dorso ore Sud, il peso dell’export indirizzato ai due paesi belligeranti è pari al 2,5%. Superiore alla media del Meridione (1,9%).
Esportazioni che si concentrano su macchinari e apparecchiature di impiego generale. Ben la metà dell’export verso Ucraina e Russia è costituita da macchine destinate al sollevamento e alla movimentazione delle merci: 49,6%. Ed è, sempre secondo quanto emerso dall’indagine, la provincia di Vibo quella che ne risentirebbe maggiormente. Visto che il 95,3% dei beni esportati verso i due Paesi provengono dal Vibonese. Un contraccolpo pesante che avrebbe ripercussioni sulle capacità di ripresa complessiva di un’economia già in sofferenza per via della crisi pandemica prima e dagli effetti proprio innescati dal conflitto in Ucraina. (rds)
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