DRAPIA Da molto tempo con riferimento all’agricoltura si è andato affermando un concetto ampio ed i cui contorni sono ben lungi dall’essere definiti.
L’orizzonte è quello della cosiddetta multifunzionalità e cioè di un approccio che associa alle tradizionali produzioni agricole ed agroalimentari una lunga serie di attività che ampliano le opportunità di reddito per le imprese, associano tradizione e innovazione, consentono di vivere esperienze che sono in alcuni casi sorprendenti.
È il caso dell’iniziativa pensata e realizzata a Drapia, grazie ad un bando del Gal Terre Vibonesi, da Francesca Rombolà con quelle api che sono – per definizione – il primo segnale di biodiversità, sostenibilità ambientale ed anche benessere.
Scorrendo le mappe più aggiornate e riferite all’intero territorio nazionale si scopre che di queste iniziative ce ne sono veramente poche e per la maggior parte localizzate nel Nord Italia. Si tratta degli “apiari olistici”, strutture collaterali e integrative all’attività apistica pensate per far beneficiare i visitatori non del miele ma dell’incessante lavorio delle sue protagoniste, le api. Tutto ruota attorno ad una piccola stanza simile ad una spa a cui sono collegate esternamente alcune arnie con l’aria degli alveari che satura di profumi e suoni l’ambiente interno e con un beneficio salutare determinato dalle frequenze del ronzio. Sdraiandosi ci si immerge dunque in una dimensione che coinvolge aspetti fisici, mentali, emotivi e spirituali per una esperienza che può essere definita multisensoriale. L’apiario olistico di Francesca Rombola a Drapia è il secondo nel Sud Italia ed il primo in Calabria.
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