CORIGLIANO ROSSANO Una trentina di mezzi incendiati dall’inizio dell’anno, un omicidio e due tentati nell’ultimo mese: cresce in modo esponenziale l’attività criminale a Corigliano Rossano. Questa mattina sono stati anche questi i temi affrontati nel corso della riunione del comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica convocato dal prefetto di Cosenza a Corigliano-Rossano, allargato al consiglio comunale.
Nella sala consiliare erano presenti oltre al prefetto Vittoria Ciaramella, il questore Giovanna Petrocca, il procuratore della Repubblica del tribunale di Castrovillari Alessandro D’Alessio, il tenente colonnello Agatino Spoto, comandante provinciale dei Carabinieri, il colonnello Danilo Nastasi, comandante Provinciale della Guardia di Finanza di Cosenza, il capitano della compagnia di Corigliano Rossano della Guardia di finanza Federico Ponzio, il tenente colonello Raffaele Giovinazzo, comandante del reparto territoriale dei Carabinieri di Corigliano Rossano, il vicequestore Cataldo Pignataro, dirigente del Commissariato di Polizia di Corigliano Rossano, il capitano di fregata Francesco Cillo, comandante della Capitaneria di porto/Guardia costiera di Corigliano Rossano.
Al termine della riunione a “porte chiuse”, il prefetto di Cosenza, Vittoria Ciaramella ha rimarcato l’importanza del «segnale di vicinanza dell’apparato statuale alla popolazione di Corigliano Rossano, anche per sottolineare il nostro impegno quotidiano».
«Era necessario acquisire la volontà a collaborare da parte dei consiglieri comunali e di trasferire questa richiesta di collaborazione, delle forze dell’ordine e dello Stato, alla popolazione. Non abbiamo la bacchetta magica – ha sottolineato il prefetto – siamo qui oggi per lanciare un messaggio chiaro: i cittadini possono fidarsi, devono collaborare e denunciare. In questa città ci sono sicuramente manifestazioni della criminalità organizzata, ma molti episodi sono il frutto di una criminalità diffusa e della necessita di dover intervenire anche sul piano culturale».
A proposito dei fatti di sangue più gravi, il prefetto ha spiegato di non poter fornire risposte per esigenze investigative, «ma posso rassicurare la cittadinanza che rispetto ad ognuno degli episodi sono stati individuati i responsabili e ricostruite le motivazioni, che non ricadono sempre nell’ambito della criminalità organizzata ma spesso risalgono a futili motivi».
«Al momento riteniamo che i presìdi siano adeguati – ha concluso il prefetto Ciaramella rispetto alle necessità di rafforzare le forze dell’ordine – però la politica deve fare il suo corso e se riesce in questa opera di rafforzamento, ben venga. Peraltro la Prefettura segnala costantemente le esigenze che provengono dal territorio».
«Chiediamo al territorio un’apertura di credito – ha dichiarato il procuratore della Repubblica del Tribunale di Castrovillari, Alessandro D’Alessio – che significa credere nelle istituzioni, credere che al fatto che stiamo lavorando duramente e che continueremo a combattere. Non siamo fermi, dateci una mano. Entro un anno spero di potermi ripresentare con la stessa credibilità».
Il procuratore ha specificato poi che i rapporti con la Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro sono «assolutamente positivi e quotidiani. Lavoriamo di comune intesa attraverso una sinergia virtuosa, che ci consente di operare al meglio. Poi cosa debba transitare all’Antimafia lo stabilisce la legge».
D’Alessio ha spiegato che le carenze nella pianta organica del pool della Procura di Castrovillari non devono essere una scusante. «Non mi piace lamentarmi, ma certo, siamo pochi. Il tribunale di Castrovillari conta dieci magistrati che a fine mese diventeranno otto ed il nono arriverà a novembre. Queste sono le persone che devono occuparsi del territorio vasto e difficile che conoscete. Gli amministrativi sono per lo più anziani e demotivati, fanno bene il loro lavoro ma ci sarebbe bisogno di più personale. Tutti avremmo bisogno di rinforzi – è stata la chiosa del procuratore – così come le forze di polizia, ma questo non deve trasformarsi in un alibi».
«Il segnale fornito dalla riunione tenutasi in città è importante. Ho specificato – ha detto il sindaco Flavio Stasi – che spesso i dati non rappresentano quella che è la percezione della gente. Ho parlato di arretramento dello Stato che non vuol dire andare contro il grande lavoro che magistratura e forze dell’ordine stanno facendo, è più un dato oggettivo come la soppressione del tribunale, di un mancato potenziamento dei presìdi delle forze dell’ordine, a mio avviso necessario. Questi elementi rappresentano un’assunzione di responsabilità che la politica dovrà perseguire».
Per il primo cittadino il segnale fornito è stato, quindi, positivo «ma serve trasferirlo nei fatti, in messaggi alla cittadinanza che devono essere chiari come una maggiore presenza dello Stato in un territorio come il nostro, importante dal punto di vista demografico, economico e produttivo, che raccoglie le attenzioni della criminalità organizzata e non».
«Non tutti gli episodi hanno una matrice legata alla criminalità organizzata – ha specificato Stasi – ma non per questo ci si deve allarmare di meno. Rispetto all’adeguatezza degli organici delle forze dell’ordine, credo che il prefetto faccia riferimento a delle notizie, io ne ho altre e continuerò a portarle avanti. L’elevazione del Commissariato, al momento non si traduce in potenziamento di uomini e mezzi; il Reparto territoriale dei Carabinieri deve essere rafforzato anche se il tenente colonnello Giovinazzo sta facendo un gran lavoro. Questi sono dati oggettivi – ha terminato il sindaco di Corigliano Rossano – che vanno sottolineati». (l.latella@corrierecal.it)
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