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Cattiva gestione di immobili di proprietà aziendale, condannati per danno erariale ex dirigenti dell’Asp di Vibo

La Corte dei Conti contesta a Procopio, Calvetta e Manasia di aver consentito l’occupazione abusiva di alcuni fabbricati

Pubblicato il: 10/06/2022 – 17:08
Cattiva gestione di immobili di proprietà aziendale, condannati per danno erariale ex dirigenti dell’Asp di Vibo

Immobili dell’Asp di Vibo Valentia occupati per anni abusivamente e senza il pagamento di alcun canone. La cattiva gestione del patrimonio all’Azienda sanitaria provinciale vibonese costa “salato” a tre ex dirigenti, condannati dalla Corte dei Conti a risarcire un danno erariale complessivamente superiore ai 50mila euro. Nel mirino dei giudici contabili manager che, dopo aver lavorato per l’Asp di Vibo, oggi ricoprono importanti ruoli nella sanità e nel sistema camerale calabrese. In particolare la Corte dei Conti ha condannato al pagamento del danno erariale Francesco Procopio, all’epoca dei fatti contestati responsabile dell’ufficio legale dell’Asp di Vibo e oggi commissario straordinario dell’Azienda ospedaliera Pugliese Ciaccio di Catanzaro, Bruno Calvetta, all’epoca dei fatti direttore dell’Unità operativa gestione tecnica e patrimoniale dell’Asp di Vino e oggi segretario generale della Camera di commercio di Catanzaro e Vibo Valentia, e Alessandria Manasia, di Lamezia Terme, all’epoca responsabile dell’ufficio Gestione Patrimonio Immobiliare: per la magistratura contabile i tre manager «avevano i poteri e il dovere di porre in essere azioni concrete per evitare lo stallo in cui la vicenda in oggetto verteva, anche semplicemente inviando diffide agli occupanti e collaborando al fine di ottenere il rilascio degli immobili, mentre ciasuno di essi si è limitato a scaricare le responsabilità sugli altri, determinando quell’impasse che il pm gli contesta», e per questo sui tre «sussiste senza dubbio l’elemento soggettivo della colpa grave». Nel dettaglio, Procopio è stato condannato a pagare 23.640 euro; Calvetta è stato condannato a pagare 11.820 euro, la Manasia è stata condannata a pagare 19700 euro. Secondo la Corte dei Conti nessuno fra Procopio, Manasia e Calvetta «ha ritenuto di inoltrare diffide agli occupanti illegittimi, ciascuno di essi limitandosi ad affermare la competenza degli altri e a negare la propria. Pertanto, ciascuno dei tre convenuti è responsabile per i comportamenti omissivi contestati». Per i giudici contabili in particolare Calvetta «al di là dell’inviare solleciti all’Ufficio legale, avrebbe indubbiamente dovuto quantomeno inviare diffide e messe in mora agli occupanti», mentre Procopio «in qualità di legale «conoscitore esperto della materia, che avrebbe potuto e dovuto compiere atti di interruzione della prescrizione, illustrare alla direzione aziendale e agli uffici di amministrazione attiva le azioni da intraprendere per ottenere, in tempi più o meno lunghi, il rilascio degli immobili illegittimamente occupati».

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