ROMA «Quella destra che oggi tace sulle parole di Medvedev mette a rischio la sicurezza nazionale». E’ quanto sostiene il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, in un’intervista a La Stampa in riferimento alle parole di Dmitrij Medvedev desideroso «che i governi europei fossero chiamati a rendere conto alle elezioni e siano puniti per la loro palese stupidità». Quello dell’ex presidente russo, prosegue, «non è solo un messaggio, ma un ricatto inaccettabile. Ricordiamoci che questi signori minacciano l’Europa di interrompere completamente le forniture di gas. Siamo fuori da qualsiasi regola della democrazia. E sa cos’è spaventoso? Il silenzio di molti leader politici italiani. I responsabili della caduta del governo Draghi non sono ancora intervenuti per respingere una tale ingerenza». «Credo sia necessario indagare i rapporti tra i leader dei partiti italiani e alcuni mondi politici e finanziari russi. Perché sono successe delle cose assurde – prosegue – L’ambasciatore di un Paese straniero verso il quale, con tutta l’Europa, abbiamo emanato sanzioni, Razov, ha fatto un endorsement alla risoluzione di Conte sull’Ucraina. È per questo che siamo andati via da quel partito, perché abbiamo assistito – negli ultimi mesi del governo Draghi – a dinamiche che sono fuori da qualsiasi dialettica politica». Su Carlo Calenda, Di Maio dice: «Penso che strappando sull’alleanza abbia scelto di stare dalla parte di chi ha voluto far cadere il governo Draghi».
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