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Il ricordo

Parco pubblico a Soverato per ricordare Simona, uccisa da un branco di cani

Iniziativa del Comune e della famiglia della sventurata ragazza ad un anno dalla tragedia. Mancuso: «Fatti del genere non accadano più»

Pubblicato il: 27/08/2022 – 11:48
Parco pubblico a Soverato per ricordare Simona, uccisa da un branco di cani

SOVERATO Un giardino-parco giochi dedicato a Simona Cavallaro, la ventenne uccisa il 26 agosto del 2021 da un branco di cani nella zona di Monte Fiorino a Satriano, in provincia di Catanzaro. È stato inaugurato, nel primo anniversario della tragica morte della ventenne, nel quartiere San Nicola, a Soverato, la città dove la ragazza viveva con la sua famiglia.
Nel pomeriggio del 26 agosto dell’anno scorso, la ragazza si era recata assieme ad alcuni amici in un’area pic-nic per trascorrere qualche ora di svago quando si e’ verificata l’aggressione da parte di un branco di cani da pastore che non hanno dato scampo alla ragazza. L’iniziativa di dedicare a Simona un’area attrezzata, fortemente voluta dal padre di Simona, Alfio Cavallaro, è stata sostenuta dall’amministrazione comunale e dal sindaco della citta’ Daniele Vacca. Il parco sarà aperto 24 ore su 24.

Mancuso: «Fatti del genere non accadano mai più»

«Averle dedicato un Giardino-Parco aperto al pubblico è il miglior regalo che, a un anno dalla sua morte, si potesse tributare alla bella e sfortunata Simona». Lo dice il presidente del Consiglio regionale Filippo Mancuso, a proposito dell’inaugurazione del Giardino -Parco, a un anno dalla tragedia della ventenne Simona Cavallaro uccisa da un branco di cani nelle vicinanze di un’area pic-nic nella zona di Satriano.
«Ai genitori rinnovo la vicinanza mia e del Consiglio regionale, per la tragedia che li ha coinvolti il 26 agosto dello scorso anno e che ha profondamente scosso la Calabria e l’Italia. E l’apprezzamento – aggiunge il presidente Mancuso – anzitutto come uomo e padre, per le toccanti parole con cui il papà Alfio Cavallaro ha omaggiato Soverato dello spazio verde dedicato alla figlia: “un giardino dove ogni fiore, ogni germoglio ogni frutto sia dedicato a lei”. Bisogna avere memoria di una ragazza strappata nel fiore della sua gioventù in maniera così traumatica, ma anche la responsabilità, ciascuno per la propria parte, di fare in modo che la morte di Simona ci sproni a fare di tutto, affinché accadimenti del genere non si ripetano mai più».

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