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Caro energia, allarme delle imprese del Sud: «A rischio la sopravvivenza»

Il presidente di Confindustria Sicilia, Albanese: «Interventi immediati del governo»

Pubblicato il: 01/09/2022 – 16:23
Caro energia, allarme delle imprese del Sud: «A rischio la sopravvivenza»

CATANZARO «Il Meridione non può reggere l’onda d’urto dei rincari energetici, qui rischia di saltare l’intero sistema sociale. Famiglie e imprese». Gli imprenditori del Sud rilanciano l’eco dell’urlo di dolore partito ieri dalle imprese del Nord. Lo fanno dalla voce di Alessandro Albanese, presidente di Confindustria Sicilia, che parla a nome di tutte le otto Confindustrie regionali del Mezzogiorno d’Italia: Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia. «Le imprese del Mezzogiorno finora hanno resistito, eroiche, erodendo i propri margini – afferma -. Ma i rincari incontrollabili dei costi dell’energia, del gas, del carburante, l’ennesima tempesta insomma sarà il colpo di grazia. Andiamo incontro a tempi drammatici e le imprese non possono restare sole. Urge un intervento netto, convinto e drastico del governo, altrimenti salterà un intero sistema sociale nazionale, che già comincia a sgretolarsi. Ogni giorno che passa sempre più imprenditori sono costretti a interrompere la produzione perché schiacciati dagli extracosti energetici».
«E per ogni impresa che si ferma, una filiera si indebolisce. È raddoppiato il ricorso alla Cassa integrazione – osserva Albanese -. E se finora i rincari hanno colpito le imprese, adesso la spinta inflattiva piegherà violentemente i prezzi al consumo. Non c’è più spazio per studiare alternative, non c’è più tempo da aspettare. Subito i provvedimenti necessari: urge fermare la corsa dei prezzi di gas ed energia elettrica. Urge il price cap, il tetto al prezzo del gas».
Albanese, in linea con le proposte del presidente di Confindustria Carlo Bonomi, sollecita la necessità di mettere in sicurezza il Paese e mantenere l’industria competitiva: «Vanno sbloccate le pratiche ferme sui nuovi impianti di rinnovabili – dice -. Va sganciato il prezzo dell’elettricità da quello del gas, perché il 60% dell’elettricità non è prodotta da gas. Terzo, dobbiamo dedicare una quota della produzione nazionale da rinnovabili alla manifattura e a prezzi amministrati dallo Stato». «Misure urgenti, che non possono aspettare i ritmi della campagna elettorale e più in generale della politica – conclude -. Ogni risorsa e ogni attenzione deve essere destinata prioritariamente a questa emergenza».

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