ROMA Un grande applauso si è levato dalla folla di fedeli in Piazza San Pietro quando papa Francesco ha pronunciato la formula di beatificazione di Giovanni Paolo I e mentre veniva svelato sulla facciata di San Pietro l’arazzo col ritratto di papa Luciani realizzato su dipinto dell’artista iperrealista cinese Yan Zhang. Le festa del nuovo beato sarà il 26 agosto, giorno dell’elezione, nel 1978, di papa Giovanni Paolo I.
«Il nuovo Beato ha vissuto così: nella gioia del Vangelo, senza compromessi, amando fino alla fine». Lo ha detto papa Francesco nella messa in Piazza San Pietro per la beatificazione di Giovanni Paolo I. «Egli ha incarnato la povertà del discepolo, che non è solo distaccarsi dai beni materiali, ma soprattutto vincere la tentazione di mettere il proprio io al centro e cercare la propria gloria», ha sottolineato. Al contrario, «seguendo l’esempio di Gesù, è stato pastore mite e umile. Considerava sé stesso come la polvere su cui Dio si era degnato di scrivere». Perciò diceva, ha ricordato il Pontefice citando l’udienza generale del 6 settembre 1978: «Il Signore ha tanto raccomandato: siate umili. Anche se avete fatto delle grandi cose, dite: siamo servi inutili». «E con il sorriso Papa Luciani è riuscito a trasmettere la bontà del Signore», ha aggiunto Francesco. A quanto riferisce la Sala stampa della Santa Sede, erano circa 25 mila i fedeli presenti stamane alla messa in Piazza San Pietro presieduta da papa Francesco con il rito di beatificazione di Giovanni Paolo I e alla recita dell’Angelus. Tra i presenti in piazza, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Sono suonate lungamente a festa stamane le campane di Canale d’Agordo, la località bellunese da cui era originario Papa Luciani, da oggi Beato. In questo piccolo angolo delle Dolomiti splende il sole e tutto il paese si è riunito in piazza, dedicata proprio a Luciani, per seguire attraverso il maxischermo la cerimonia a San Pietro. Un centinaio di fedeli della cittadina bellunese si trovano a Roma per assistere in presenza l’evento, altri trecento si sono mossi con i pullman alla volta di Roma da tutta la Diocesi di Belluno. Presenti nel piazzale il Presidente del Veneto Luca Zaia e il ministro bellunese Federico D’Incà.
«Per noi è una giornata di grande festa – dice all’ANSA Claudia, segretaria del museo dedicato al nuovo Beato, aperto per tutta la gionata – in piazza c’è chi, soprattutto tra gli anziani, si è voluto accomodare davanti al maxischermo ben più di un’ora prima». Impossibile parlare con il parroco don Matteo, che dal primo mattino non si è fermato un attimo, correndo ovunque, per essere sicuro che la macchina organizzativa funzionasse a dovere. Tra i più emozionati c’è il signor Dante, quasi novantenne, molto legato al “Papa del sorriso” negli anni dell’infanzia. Sono suoi, tra l’altro, molti dei reperti che raccontano la storia di Giovanni Paolo I e dei suoi 33 giorni sul soglio di Pietro, custoditi nel museo come donazione. Alle finestre che si affacciano sulla piazza sono state appese da tutti i cittadini le bandiere del Vaticano.
Dal pericolo di morte imminente alla completa guarigione: è la storia, che risale al 2011, di una bambina argentina che allora aveva undici anni.
Un miracolo per la Chiesa cattolica, attribuito all’intercessione di Giovanni Paolo primo (al secolo Albino Luciani), Papa per soli 33 giorni, dal 26 agosto al 28 settembre 1978, quando morì nel Palazzo Apostolico, ufficialmente per infarto miocardico acuto.
Proprio il riconoscimento di quel miracolo ha dato il via libera alla beatificazione, che avverrà oggi in Vaticano, del Pontefice che i cardinali avevano eletto in Conclave dopo la morte di Paolo VI e che, da pastore, con stile sobrio, aveva sempre manifestato attenzione per gli ammalati, per i poveri e per il mondo operaio.
La bambina argentina il 20 marzo 2011 ebbe un forte mal di testa che continuò per una settimana, poi si manifestarono febbre, vomito, disturbi comportamentali e della parola. Lo stesso giorno fu ricoverata d’urgenza a Paraná.
Secondo quanto riportato in documenti vaticani, dopo gli esami e le cure del caso, fu formulata la diagnosi di «encefalopatia epilettica ad insorgenza acuta, con stato epilettico refrattario ad eziologia sconosciuta». Il quadro clinico era grave, caratterizzato da numerose crisi epilettiche giornaliere, tanto che fu necessario intubarla. Non essendosi riscontrato alcun miglioramento, il 26 maggio la piccola venne trasferita, con prognosi riservata, nel reparto di terapia intensiva di un ospedale di Buenos Aires. Il 22 luglio il quadro clinico peggiorò ulteriormente per la comparsa di uno stato settico da broncopolmonite. I medici curanti convocarono i familiari, prospettando la possibilità di “morte imminente”. Il 23 luglio 2011 (data del miracolo) – «inaspettatamente», si legge in un documento del Dicastero delle Cause dei Santi – vi fu un rapido miglioramento dello shock settico, che continuò con il successivo recupero della stabilità emodinamica e respiratoria. L’8 agosto la paziente venne estubata; il successivo 25 agosto lo stato epilettico apparve risolto e il 5 settembre 2011 la paziente venne dimessa con prescrizione di terapia farmacologica e riabilitativa. La bambina riacquistò la completa autonomia fisica e comportamentale.
Si legge nel documento del Dicastero: «L’iniziativa di invocare il Venerabile Servo di Dio Giovanni Paolo primo fu presa dal parroco della parrocchia a cui apparteneva il complesso ospedaliero. Egli si recò al capezzale della piccola e propose alla madre di chiedere insieme l’intercessione del Venerabile Servo di Dio, al quale era molto devoto. Alle loro preghiere si unì il personale infermieristico presente in rianimazione. Le invocazioni furono rivolte esclusivamente a Papa Luciani. Le preghiere furono corali, individuali e antecedenti il viraggio favorevole del decorso clinico. È stato ravvisato il nesso causale tra l’invocazione al Venerabile Giovanni Paolo primo e la guarigione della piccola».
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