SOVERATO Imprenditori, ma anche rappresentanti del terzo settore e semplici cittadini. A Soverato scende in piazza la Calabria che non ce la fa, stretta tra l’emergenza economica che è ormai sociale causata dalla crisi dovuta dagli effetti della pandemia e dalla guerra che ha fatto esplodere i costi delle materie prime e impennare all’insù il costo del gas e dell’energia e quindi le spese vive di imprese e famiglie.
Nella “Perla dello Jonio”, mobilitati dall’imprenditore del Soveratese Giovanni Sgrò, ci sono i volti della disperazione che afferra il mondo produttivo calabrese, che si appella al governo e anche alla regione. In piazza anche Pippo Callipo, che ha dovuto far ricorso alla Cassa integrazione nella sua azienda leader mondiale, e poi esponenti di Confindustria Calabria tra cui il presidente Aldo Ferrara, delle altre organizzazioni datoriali e imprenditoriali e anche del Terzo settore, come don Giacomo Panizza, che guida l’Alleanza contro la povertà e tocca con mano ogni giorno l’abisso nel quale stanno cadendo tantissimi calabresi e italiani, ormai oltre la soglia di indigenza. In piazza anche esponenti politici che hanno deciso di aderire all’appello di Sgrò.
A illustrare il senso della manifestazione-mobilitazione è Giovanni Sgrò, che è anche un dirigente di Confesercenti: «A gennaio – dice Sgrò – avevamo già denunciato con documenti e bollette la gravità della situazione, ma purtroppo è stata sottovalutata, per questo ora siamo qui. Ma facciamo anche proposte, come il taglio del cuneo fiscale per migliorare la qualità degli stipendi dei dipendenti pubblici e privati, tagliando le tasse e dando meno soldi allo Stato, perché se i cittadini non hanno più potere d’acquisto rischiamo di vedere scendere i nostri fatturati. Così oltre ai costi energetici dobbiamo subire l’ulteriore danno che è l’abbassamento del fatturato che già si sta verificando».
«Un imprenditore non può sostenete costi come quelli legati oggi alle bollette – denuncia -. Io personalmente potrei resistere altri tre mesi ma poi dovrei prendere decisioni drastiche. Ma io non voglio licenziare o chiudere. Poi, occorre abbassare in modo deciso tasse».
«Speriamo di essere ascoltati: i politici si stanno esponendo in campagna elettorale ma – rileva Sgrò – ora si deve passare dalle parole ai fatti. E per quanto riguarda il tema energia mi rivolgo anche alla Regione: dobbiamo chiedere conto a società che stanno facendo utili a non finire, ma senza alcuna ricaduta sul territorio».
«Ho accettato l’invito di Sgrò perché abbiamo un problema enorme che non è preso nella giusta considerazione», dice a sua volta Callipo. «Con l’aumento dei costi nei supermercati un operaio che si trova a spendere il 20-30% in più e ha però uno stipendio falcidiato. Se è disoccupato si trova in una situazione drammatica». «È’ un problema che va affrontato ora – sottolinea Callipo – il governo non può aspettare due settimane, si rischia un danno enorme alla nostra economia».
«Io – spiega Callipo – ho sulle spalle decine di anni di attività, non ho mai attraversato un periodo così difficile, così aspro e soprattutto senza prospettiva: non sappiamo cosa succederà e questo non è mai capitato».
«Fino a dicembre saranno lacrime e sangue. Noi oggi – spiega l’imprenditore vibonese – facciamo una giornata a settimana di cassa integrazione, ma se continua così faremo la seconda. E il mio gruppo è solido. Pensate invece a una piccola azienda».
Aldo Ferrara, presidente di Unindustria Calabria, osserva che «grazie anche all’azione della nostra associazione abbiamo avuto il Decreto Sostegni Ter, che rafforza il credito di imposta e dà garanzie per poter usufruire di interventi bancari e rateizzare le bollette. Ma è chiaro che queste sono misure d’emergenza e di contenimento ma al tempo stesso bisogna agire in modo più strutturale».
«Abbiamo incontrato l’assessore regionale Varì – afferma Ferrara – e devo dire che attraverso lui la Regione ha dato grande disponibilità a mettere in campo misure aggiuntive a quelle nazionali, ma bisogna intervenire a livello europeo per porre rimedio alle distorsioni del mercato del gas, soggetto a speculazioni, per fare il disaccoppiamento del prezzo del gas e dell’energia».
«Inoltre – rimarca Ferrara – basta con i “no” a certe forme di energia: bisogna poi spingere sulle rinnovabili e sulle comunità energetiche e sull’autoconsumo. Auspichiamo che l’Italia una volta per tutte avvii una vera azione di politica industriale d energetica che possa mettere in sicurezza energetica il Paese».
Infine, la crisi vista e vissuta dal versante sociale. A descriverla è don Giacomo Panizza, dell’Alleanza contro la povertà. «Bisogna protestare, ma anche proporre – sottolinea -. Bisogna smetterla con le guerre e con chi ci specula ma c’è anche tanto da fare sul piano energetico, puntando sulle rinnovabili. Il problema però è qui e adesso e servono risposte immediate perché la povertà si aggrava sempre più e sempre più colpisce anche gli italiani. E tanti poveri si rivolgono agli usurai, che magari prima vogliono poco ma poi vogliono sempre di più, dal triplo in su».
«Ecco perché – conclude don Giacomo Panizza – servono risposte immediate”. (redazione@corrierecal.it)
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