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l’incontro

Crotone si candida a diventare la capitale italiana della diabetologia

La proposta è arrivata durante il congresso organizzato dal primario di diabetologia del “San Giovanni di Dio”, Salvatore Pacenza

Pubblicato il: 08/10/2022 – 17:43
di Gaetano Megna
Crotone si candida a diventare la capitale italiana della diabetologia

CROTONE Crotone si candida a diventare la capitale italiana della diabetologia. La proposta è arrivata durante il congresso organizzato dal primario di diabetologia del “San Giovanni di Dio”, Salvatore Pacenza, tenutosi nella città pitagorica. Nella tre giorni di dibattito sul presente e sul futuro delle cure l’obiettivo che si è posto l’organizzazione è stato quello di sensibilizzare la popolazione per prevenire il diabete, una malattia che, ormai, è a connotazione pandemica. Particolarmente dilagante è l’incidenza della malattia al sud del Paese, dove  la Calabria ha il triste primato di essere in testa. La nostra regione, quindi, è addirittura la prima d’Italia per numero di malati diabetici. Nel corso del congresso Pacenza ha evidenziato che «in Calabria il diabete è più frequente tra donne e anziani. L’incidenza su base nazionale dei malati diabetici della nostra regione è pari al 10% circa, contro una media nazionale del 5,9%». «Vista l’emergenza, – ha sottolineato il primario crotonese – è necessario che le istituzioni siano al nostro fianco al fine di sostenere campagne di sensibilizzazione come questa volte a stimolare le best practices e un corretto stile di vita per prevenire il diabete e le sue ineludibili complicanze». 

La proposta

A proporre che Crotone diventi la capitale italiana della medicina diabetologica è stato proprio Pacenza. Il cibo abbondante è la causa principale della malattia. Direttore Diabetes Research Institute Università Vita Salute San Raffaele Milano, Lorenzo Piemonti, è stato chiaro nel dire che «oggi abbiamo una esplosione al sud del diabete di tipo 2 legato all’aumento dell’obesità concentrato nella fasce di età più giovani. Al sud si mangia bene ma anche tanto, forse troppo, bisognerebbe riuscire a cambiare un po’ di queste abitudini, particolarmente dannoso per la salute, che include bevande zuccherate e un eccesso di carico di grassi». Sul diabete di tipo 1 invece ha riflettuto il prof. Piemonti e il prof. Federico Bertuzzi, Direttore SC Diabetologia ospedale Niguarda Milano. Il secondo ha detto che «la terapia delle cellule staminali e la terapia del trapianto delle isole pancreatiche costituisce l’aspetto innovativo e prospettico per dare una efficace risposta a chi ne soffre».

Il dibattito

Durante il Congresso, moderato dalla giornalista Francesca Russo, a fare il punto sul tema, quindi, sono stati i massimi esperti a livello internazionale. Tra i relatori, più di 60 provenienti da tutta Italia, anche Francesco Giorgino, professore ordinario di Endocrinologia dell’Università Aldo Moro di Bari, che ha tenuto per l’occasione una lectio magistralis sui farmaci multiagonisti e il loro potenziale sulla remissione della malattia. Una delle complicanze molto temibili del diabete mellito è il piede diabetico. «Nei casi più gravi, a causa dell’infiammazione, il malato potrebbe rischiare l’amputazione del piede. Uno scenario drammatico ma che si può evitare attraverso la prevenzione», ha precisato Roberto Anichini, direttore UOS Diabetologia e Diabets Foot Unit, Area Pistoiese, USL Centro Toscana. Cruciale nella cura del diabete è la tecnologia: «I nuovi sensori sottocutanei – ha detto Paola Ponzani, responsabile SSD Diabetologia e malattie metaboliche Asl4 Chiavari,  permettono al paziente di misurare la glicemia in maniera frequente e avere così un maggior controllo della malattia e un minor rischio di complicanze ad essa legate. Con questi dispositivi inseriti sotto cute – ha aggiunto – il paziente non dovrà più pungersi il dito, una pratica decisamente fastidiosa». C’è anche una novità, frutto della ricerca, nel mondo dell’intelligenza artificiale: «Dalle prossime settimane, infatti, grazie ad una macchina high tech, si potrà predire con un successo dell’80%, l’insorgenza del diabete nel paziente, anticipando i tempi e assicurando cure tempestive per migliorare fin da subito la vita del paziente stesso». Lo ha detto Paolo Di Bartolo, direttore rete clinica di Diabetologia Ausl della Romagna. In Calabria ci sono buoni medici per la cura del diabete lo ha voluto sottolineare Domenico Mannino, presidente del consiglio d’amministrazione della società Benefit AMD, che ha definito la nostra regione “una eccellenza” e, visto l’espandersi della malattia ha inteso lanciare un appello: «Abbiamo bisogno di medici, il numero chiuso alla facoltà di medicina e nelle scuole di specializzazione non aiuta il nostro territorio, bisogna valutare seriamente un cambio di passo». Durante il Congresso si è voluto anche ricordare Massimo Marrelli, imprenditore e medico crotonese, che, con il suo lavoro, ha creato una realtà virtuosa con una importante ricaduta occupazionale sul territorio.

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