LAMEZIA TERME Hanno rispettato i tempi della direzione nazionale del partito ma oggi, a poco meno di tre settimane dal voto del 25 settembre che ha sancito la vittoria del centrodestra alle elezioni, la sezione provinciale di Catanzaro del Partito Democratico si è riunito, sotto la guida del segretario provinciale, Domenico Giampà. Un incontro utile non solo per chiamare a raccolta gli esponenti dell’assemblea del PD catanzarese, i sindaci e i rappresentanti del partito, ma anche (e soprattutto) per analizzare punto per punto il risultato ottenuto ed esplorare, con cautela e giudizio, i confini della sconfitta. Perché, come spiega Giampà ai microfoni del Corriere della Calabria «bisogna fare un’analisi serie del voto, senza esagerare con quelle che sono le presunte colpe e responsabilità, ma con la consapevolezza che comunque si è trattata di una sconfitta. Dobbiamo però partire da un dato che per noi è importante e cioè quel 16,7% che è il più alto della regione, conseguito proprio nella nostra Provincia». «Quindi oggi ripartiamo dagli organismi, ma soprattutto ringraziamo i candidati e ripartiamo dai sindaci e dai segretari di circolo che sono convocati oggi».
Ma, analizzando quella che numeri a parte è stata comunque una missione fallita, cioè quella di arginare il centrodestra, Giampà è chiaro: «La gente – ha spiegato – non ci ha visto come il partito del popolo e delle persone che effettivamente avevano bisogno, quelle che storicamente abbiamo sempre rappresentato. C’è stata invece questa disaffezione, e noi l’abbiamo subìta soprattutto di riflesso da quella che ormai è la visione nazionale. E penso che abbiamo anche pagato i dieci anni in cui abbiamo perso le elezioni, ma abbiamo governato per senso di responsabilità. Sono certo che l’opposizione ci farà bene e ci dovrà portare a riflettere, soprattutto a ricominciare da quelli che sono i nostri valori identitari che sono all’atto della costituzione e della nascita del Partito Democratico».
Un Pd e un centrosinistra che, a Catanzaro, partiva da un dato oggettivamente significativo: la vittoria di Nicola Fiorita, eletto sindaco del capoluogo. Un quadro però che non ha coinciso con la vittoria alle successive elezioni. «Noi siamo partiti da quelle elezioni amministrative in Italia che ci davano in vantaggio e comunque si parlava di una vittoria del centrosinistra e di una divisione o comunque di una difficoltà del centrodestra, ma bisogna riconoscere che la politica viaggia in maniera molto veloce. Il Pd e il centrosinistra, quello che era anche il campo largo su cui bisogna aprire delle riflessioni, è forte alle amministrative, è forte alle elezioni regionali, però poi perde questa forza e questa spinta propulsiva alle elezioni politiche, e le ragioni dobbiamo trovarle nelle assemblee territoriali come questa, ma soprattutto dobbiamo avere la forza di trasmettere i risultati delle elezioni territoriali a Roma, perché il problema è chiaro, è il legame partito nazionale-territori».
A proposito di “campo largo”, Giampà non ha dubbi: «I numeri – spiega – ci dicono che sarebbe stata una soluzione dal punto di vista elettorale, non so in termini politici anche perché quando si stava costruendo il campo largo poi si è andati subito al voto in maniera anticipata. Certo, i numeri dicono che oggi il campo largo ci avrebbe consentito di conquistare parecchi collegi uninominali». Infine, un commento su quanto è avvenuto nelle ultime 48 ore in parlamento: «Innanzitutto, emerge il fatto che sia una finta alleanza politica, quella del centrodestra, ma soprattutto un cartello elettorale, tant’è che ieri al primo appuntamento importante c’è stata questa spaccatura con Forza Italia, il segnale di un governo che non inizia nel migliore dei modi. Oggi hanno provato a metterci una pezza, penso per situazioni che sono per ora messe da parte in attesa della di nuove nomine per la formazione del governo, ma se questi sono gli inizi sono certo che di qui a breve parleremo, non dico di crisi, ma di difficoltà. Questa situazione deve portarci a fare la politica, organizzarci, ed essere pronti per le sfide del futuro».
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