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L’eterno ritorno del Ponte sullo Stretto. L’ultimo studio: «Zona altamente sismica»

Salvini, da ministro alle Infrastrutture, rilancia l’opera. Ma restano i dubbi sull’effettiva possibilità di realizzarla. Ecco quali sono

Pubblicato il: 23/10/2022 – 13:09
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L’eterno ritorno del Ponte sullo Stretto. L’ultimo studio: «Zona altamente sismica»

«Il Ponte sullo Stretto è tra i miei obiettivi. Se dopo 50 anni faremo partire il cantiere e i lavori, sarà un grande passo avanti per l’ingegneria nel mondo». Matteo Salvini, neoministro delle Infrastrutture del governo Meloni, dopo pochi minuti dall’annuncio della sua nomina al dicastero, è tornato su una delle sue priorità, già enunciata in campagna elettorale. Oggi il Corriere della Sera torna sul progetto chiedendosi se sia davvero realizzabile e mettendo in fila le ultime novità, non solo politiche, sull’opera.

Zona altamente sismica

«L’ultimo studio condotto sui fondali marini dello Stretto di Messina e sulla sismo-tettonica dell’area – ricorda una scheda su corriere.it – è frutto di una collaborazione internazionale tra il Dipartimento di Scienze biologiche, geologiche e ambientali dell’Università di Catania, il Center for Ocean and Society-Institute of Geosciences dell’Università di Kiel in Germania e l’Osservatorio etneo dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia. Gli scienziati coinvolti hanno svelato nel 2021, e per la prima volta, l’ubicazione e le caratteristiche della possibile faglia da cui si originò il devastante sisma che nel 1908 provocò morte e distruzione tra Sicilia e Calabria, causando la più grande sciagura sismica del Novecento e 120 mila vittime. La ricerca dal titolo “The Messina Strait: Seismotectonic and the Source of the 1908 Earthquake”, e pubblicata sulla prestigiosa rivista internazionale Earth-Science Reviews, ha stabilito che la struttura che corre lungo l’asse dello Stretto è individuabile a circa 3 chilometri dalle coste della Sicilia. Alla latitudine di Messina, la spaccatura curva verso Est penetrando nell’entroterra calabro per proseguire poi lungo l’asta fluviale del torrente Catona. Secondo le relazioni lunghezza-magnitudo, la faglia è in grado di scatenare terremoti di magnitudo 6.9, una energia dunque molto simile a quella liberata durante il terremoto del 1908».

Il progetto ripreso dal governo Draghi nel 2021

Questa la situazione sismo-tettonica dell’area. Passiamo ai progetti. Nel 2005 il governo Berlusconi era arrivato all’aggiudicazione dell’appalto con un bando internazionale vinto da un’impresa italiana. L’azienda che si era candidata a costruirlo, la Webuild, aveva calcolato che il ponte avrebbe creato lavoro per 118.000 persone, mentre il progetto valeva da solo 2,9 miliardi di euro, che oggi salirebbero a circa 7,1 miliardi considerando il progetto complessivo con tutte le opere connesse nelle aree interessate.
Poi, nel 2021, era toccato al governo Draghi scommettere sul Ponte sullo Stretto. L’esecutivo infatti aveva rispolverato il progetto del collegamento diretto tra la Sicilia e il Continente e aveva affidato alle Ferrovie dello Stato un nuovo studio di fattibilità. Il nuovo orizzonte temporale era stato fissato alla primavera del 2022. Un solo anno, dunque, per avviare con decisione il progetto. La relazione del gruppo di lavoro presentata il 4 agosto 2021 aveva indicato chiaramente il contenuto dello studio, sia per il Ponte a campata unica – per il quale esistevano già molte analisi effettuate – sia a più campate.

L’ipotesi del ponte a tre campate

L’ultima relazione del gruppo di lavoro del ministero delle Infrastrutture del governo Draghi ha sostenuto che «sussistono profonde motivazioni per realizzare un sistema di attraversamento stabile dello Stretto di Messina, anche in presenza del previsto potenziamento e riqualificazione dei collegamenti marittimi (collegamento dinamico)». Va detto che, nell’ultimo aggiornamento ufficiale sul progetto presentato a inizio di quest’anno, con un’informativa al Consiglio dei ministri, l’ormai ex ministro Enrico Giovannini tra le ipotesi illustrate aveva inserito anche “l’opzione zero”: l’ex titolare delle Infrastrutture non aveva insomma nascosto che realizzare il Ponte potrebbe essere inutile e improduttivo. La stessa relazione ha poi smontato il progetto del ponte a campata unica, che aveva ricevuto tutte le approvazioni possibili. La nuova relazione ha infatti indicato come ipotesi migliore un ponte a tre campate su un tracciato differente rispetto all’ultimo progetto e attualmente valido.

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