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Blitz antindrangheta in Lombardia, uno degli arrestati copriva la latitanza del boss Francesco Nirta

Ad aiutare il protagonista della faida di San Luca sarebbe stato Antonio Procopio, uno degli uomini di fiducia del boss Gaetano Bandiera

Pubblicato il: 22/11/2022 – 14:44
Blitz antindrangheta in Lombardia, uno degli arrestati copriva la latitanza del boss Francesco Nirta

MILANO Antonio Procopio, uno degli uomini di fiducia del boss Gaetano Bandiera (entrambi arrestati nell’ambito dell’indagine della Dda di Milano), avrebbe coperto la latitanza del boss Francesco Nirta, ai vertici dell’omonima famiglia protagonista della faida di San Luca che per anni ha insanguinato la locride. È quanto si legge in un passaggio dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip Stefania Donadio a carico di 49 persone. In particolare, Antonio Procopio aveva affittato una casa a Pregnana Milanese, diventata “rifugio del latitante Antonio Romeo”, arrestato il 6 aprile 2011 nell’ambito di un’altra indagine della Dda di Reggio Calabria. Nello stesso appartamento, dove sono stati trovati munizioni, un giubbotto antiproiettile, una centrifuga per estrarre la cocaina da abiti intrisi di droga, computer e documenti contraffatti, abitava in quel periodo anche Francesco Nitra, che “condivideva la latitanza proprio con Antonio Romeo”, scrive il gip Stefania Donadeo nell’ordinanza. “Francesco Nitra, all’epoca latitante, era inserito nell’elenco dei 10 latitanti di massima pericolosità selezionati dalla Direzione Centrale della Polizia Criminale ed è stato successivamente catturato, il 20 settembre 2013, dalla Polizia Olandese che lo ha rintracciato in un lussuoso appartamento a Utrecht grazie a una articolata attività di indagine del Servizio Centrale Operativo e della Squadra Mobile di Reggio Calabria”. Il boss “appartiene alla famiglia Nirta-Strangio” e “non è coinvolto direttamente nella più nota strage di Duisburg che nel ferragosto del 2007 rappresentò l’epilogo della faida cominciata quasi vent’anni prima a San Luca, nella locride, tra le famiglie Nitra Strangio e Pelle Vottari”, ma è uno dei principali boss della sua famiglia. All’epoca della strage, infatti, “Francesco Nitra aveva inizialmente trovato rifugio in Lombardia e più precisamente nell’hinterland milanese, ove la sua latitanza è stata favorita da soggetti organici alla sua cosca di ‘ndrangheta già presenti in questo territorio, i quali ricavano le fonti di sostentamento e guadagno dal traffico di sostanze stupefacenti”.

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