LAMEZIA TERME L’azione congiunta e decisiva tra le Procure della Repubblica di Lamezia Terme e Vibo Valentia sui temi della maladepurazione e dell’inquinamento del mare è solo uno degli argomenti approfonditi dal Procuratore della Repubblica di Lamezia Terme, Salvatore Curcio, nell’intervista esclusiva rilasciata a L’altro Corriere (Canale 75) e andata in onda ieri sera.
Sollecitato dalle domande di Danilo Monteleone il procuratore Curcio ha qualificato l’azione intrapresa su depuratori e piattaforme come l’esito di un percorso che vede la Procura lametina in prima linea, il riferimento temporale scelto da Curcio è all’operazione “Quarta copia”, attività di indagine che venne, peraltro, riconosciuta e valorizzata per l’intrinseco valore da Legambiente nazionale.
«Diciamocelo chiaro – ha sottolineato Curcio – sulla depurazione in Calabria siamo all’anno zero, abbiamo avviato un percorso ma c’è molto lavoro da fare; la questione fanghi da smaltire è emblematica. In Calabria viene prodotta una quantità di fanghi stimata presuntivamente in 200mila tonnellate, ne vengono dichiarate circa 34mila tonnellate. Siamo partiti da una semplice domanda, dove vanno a finire le altre 160mila? Le cito anche un caso emblematico, nel depuratore di Nocera Terinese abbiamo trovato ben settemila tonnellate di fanghi da smaltire».
Sempre sul tema depurazione il Procuratore di Lamezia Terme ha anche specificato come l’attività sia ben lungi dal terminare «c’è un aspetto da approfondire e che riguarda le aziende agricole e l’utilizzo di sostanze che possono concorrere all’inquinamento».
Per Curcio è meritevole l’azione intrapresa dalla Regione Calabria: «Non c’è dubbio che sia stata fatta un’azione straordinaria, mettendo in campo risorse significative e garantendo lo smaltimento dei fanghi. Apprezzabile un visibile cambio di metodo, con il tavolo tecnico è infatti possibile agire non solo sul lato della repressione ma anche e soprattutto nella prevenzione. Noi come è noto arriviamo purtroppo a danno consumato».
Nella discussione Curcio non si è sottratto ad un ragionamento più ampio, forte – evidentemente – di una trentennale esperienza di sostituto procuratore alla Direzione Distrettuale Antimafia: «Di ‘ndrangheta, a dispetto delle narrazioni, non se ne parla abbastanza e se ne conosce poco, oggi tuttavia c’è consapevolezza sull’incidenza economica di questa organizzazione criminale. Quando molti anni fa un rapporto Eurispes indicò il giro d’affari della ndrangheta come superiore ai 40 miliardi di euro in molti qualificarono quel numero come una bufala, noi che ogni giorno indagavamo sapevamo invece che era una stima al ribasso. Pensi che durante l’operazione “Decollo” chiesi al mio perito di fare una stima, complessivamente erano stati sequestrati 5.600 chilogrammi di cocaina, in Italia circa 700 kg, 541 al porto di Salerno, 242 al porto di Gioia Tauro.
Il perito mi fornì quella stima, al dettaglio la droga sequestrata in Italia, circa un ottavo di quella complessiva, avrebbe garantito introiti per un miliardo e quattrocentotrentacinque milioni di euro, ed è solo un esempio».
Spazio anche alle difficoltà di organico della magistratura in Calabria, per il procuratore di Lamezia Terme la prima riforma da affrontare sarebbe quella delle circoscrizioni giudiziarie «se sia o meno possibile mantenere questa geografia giudiziaria è una domanda che chi governa deve necessariamente farsi». Sempre su ambiente e territorio la riflessione che il Procuratore Curcio riserva alla città di Lamezia Terme: «Molta gente con grande coscienza civica e sociale ha proceduto nell’ultimo anno all’autodemolizione di opere abusive, da luglio 2021 a luglio 2022 sono stati abbattuti autonomamente, anche grazie al dialogo, dai singoli cittadini e senza che lo Stato spendesse un centesimo 11 immobili abusivi. Ed a breve ci saranno ulteriori novità». Un deciso cambio di passo per una città, lo ricordiamo, dove qualche anno fa alcune demolizioni vennero affidate all’Esercito.
Sul futuro professionale il procuratore Curcio è sibillino: «Io sono a Lamezia Terme e l’impegno è massimo, può sembrare un film del passato ma non dobbiamo dimenticare che qui l’ultimo omicidio è avvenuto il 7 marzo, in pieno centro, alle 19, con un rischio per la pubblica incolumità non indifferente».
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