Petrolio russo, scattano il price cap e l’embargo Ue
Il nuovo limite al prezzo del greggio è di 60 dollari a barile. La Russia ha già detto che non rispetterà la misura

BRUXELLES È entrato in vigore l’embargo Ue alle importazioni (via mare) di petrolio russo e il price cap concordato tra Ue, G7 e Australia, nel tentativo dell’Occidente di limitare la capacità di Mosca di finanziare la guerra in Ucraina. Il nuovo limite al prezzo del petrolio russo è fissato a 60 dollari al barile. L’accordo consente di spedire il petrolio russo a Paesi terzi utilizzando navi cisterna del G7 e dell’Ue, solo se il carico viene acquistato a un prezzo pari o inferiore al limite massimo. La Russia ha già detto che non rispetterà la misura anche se dovrà tagliare la produzione.
Gli Stati del G7 e l’Australia hanno concordato un tetto massimo di 60 dollari al barile per il prezzo del greggio russo trasportato via mare, dopo che i membri dell’Unione europea hanno superato la resistenza della Polonia.
«Stiamo lavorando su meccanismi che vietino l’uso dello strumento del price cap, a prescindere dal livello fissato, perché tale interferenza potrebbe destabilizzare ulteriormente il mercato – ha detto il vice primo ministro russo Alexander Novak – Venderemo petrolio e prodotti petroliferi solo a quei Paesi che lavoreranno con noi alle condizioni di mercato, anche se dovessimo ridurre un po’ la produzione».
L’accordo del G7 consente di inviare il petrolio russo a Paesi terzi utilizzando petroliere del G7 e dell’Ue, compagnie assicurative e istituti di credito, solo se il carico viene acquistato a un prezzo pari o inferiore al tetto di 60 dollari.