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Gli uomini del boss di Pioltello volevano lucrare sul trasporto delle salme dei morti di Covid

L’idea del business mentre in tv scorrevano le immagini dei mezzi dell’Esercito. Le ditte creati con prestanome per offrire servizi al colosso dei trasporti Gls «per 200mila euro al mese»

Pubblicato il: 12/12/2022 – 11:47
Gli uomini del boss di Pioltello volevano lucrare sul trasporto delle salme dei morti di Covid

MILANO L’indagine della Squadra Mobile di Milano che ha portato a dieci arresti ha dimostrato come l’attività non si fosse fermata nemmeno durante il covid. Anzi, nel corso di una conversazione intercettata, uno dei figli del reggente della Locale di ‘Ndrangheta di Pioltello, intuendo la possibilità di lucrare sul fenomeno del trasporto delle salme delle vittime del virus, mentre alla televisione scorrevano le immagini della colonna di salme trasportate dall’Esercito, spiegava come, attraverso una società intestata a un prestanome e l’emissione di false fatture, avrebbe potuto ottenere guadagni illeciti nel settore del trasporto feretri. Dall’ordinanza cautelare emerge, infatti, «l’utilizzo» da parte di Omar Maiolo, figlio del presunto boss Cosimo, «della società Mondo Service srl» per la «emissione delle fatture a lui richieste» da Luca Del Monaco, presunto braccio destro del boss, e che avevano come oggetto «sia il trasporto delle salme che delle ceneri relative ai defunti da Covid». Per queste «false fatture Del Monaco afferma», si legge ancora in relazione ad una intercettazione del gennaio 2021, «di ispirarsi alle immagini più volte viste in televisione e relative proprio al trasporto delle salme» durante la pandemia. Maiolo, si legge negli atti, spiegava, sempre intercettato, che la «ditta» di onoranze funebri «è aperta dal giugno 2019 e che al suo interno vi sono i furgoni necessari».

I «serbatoi di manodopera» per Gls

Dal clan, secondo quanto emerso dalle indagini, sarebbe arrivato anche un serbatoio di manodopera per la Gls, colosso nel settore della logistica-trasporti. Salvatore Maiolo, uno dei componenti dell’omonima famiglia con a capo il presunto boss della ‘Ndrangheta a Pioltello (Milano) Cosimo Maiolo, avrebbe creato, anche attraverso prestanome, società, come la Thalia srl, che «costituiscono meri serbatoi di personale da “affittare” a committenti», alcuni di rilevanti dimensioni appunto come Gls. È quanto emerge dall’ordinanza firmata dal gip Fabrizio Filice, che stamani ha portato la Polizia ad eseguire 9 arresti in carcere, nell’inchiesta del pm della Dda milanese Paolo Storari. In questo modo il clan della ‘Ndrangheta avrebbe portato avanti «illecite somministrazioni di manodopera», come si legge negli atti, con «profitti a favore del sodalizio mafioso». La società Thalia, si legge sempre nell’ordinanza, operava «in regime di subappalto per la Gls Trasporti». In una intercettazione del gennaio 2020 Salvatore Maiolo (ora in carcere), parlando col cugino Giovanni Maiolo (anche lui arrestato), gli spiegava che «un suo amico aveva stipulato un contratto con il corriere Gls per la gestione di 40 furgoni a 200mila euro al mese». In un’altra intercettazione dell’agosto 2020 Salvatore Maiolo diceva: «Ho 40 furgoni, Gls». (Ansa)

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