CATANZARO Cinquantaquattro infermieri professionali hanno presentato un diffida per chiedere all’Asp di Catanzaro e all’azienda ospedaliera universitaria “Mater Domini” di rettificare gli avvisi pubblici finalizzati alla stabilizzazione del personale infermieristico precario e ricomprendere tra le figure da stabilizzare anche il personale che abbia stipulato un rapporto di lavoro flessibile, ivi inclusi i co.co.co. (collaborazione coordinata continuativa)
Inoltre nella diffida si invita il commissario ad acta per l’attuazione del Piano di rientro sanitario, Roberto Occhiuto, affinché, «per quanto di propria competenza voglia intervenire in merito ai fatti sopra narrati al fine di evitare il protrarsi di tale situazione di illegalità e illegittimità – scrive l’avvocato Giuseppe Pitaro – che rischia concretamente di pregiudicare e ledere i diritti dei miei assistiti e, per l’effetto, voglia emettere un provvedimento col quale disporre l’inclusione alle procedure di stabilizzazione anche dei lavoratori che abbiano prestato attività lavorativa con contratto di lavoro “flessibile”, ivi inclusi i co.co.co».
I 54 infermieri professionali – si precisa nella diffida – dopo aver superato un concorso pubblico, hanno lavorato nell’Asp di Catanzaro per oltre 18 mesi (alcuni anche per 24 mesi) e, a partire dal mese di ottobre «si sono visti ingiustamente non rinnovare il contratto di lavoro». Con l’Asp di Catanzaro gli infermieri avevano un contratto di collaborazione coordinata continuativa che però «nella sostanza, si è estrinsecato come un vero e proprio rapporto di lavoro subordinato». Infatti, prosegue la diffida redatta da Pitaro, gli infermieri «erano tenuti a osservare un orario di lavoro stabilito mediante turni che venivano loro comunicati per iscritto, ricevevano ordini (si verbalmente che per iscritto) dai propri superiori, espletavano la loro attività lavorativa esclusivamente alle dipendenze dell’Azienda sanitaria locale di Catanzaro». Per loro era previsto un orario lavorativo settimanale di 35 ore.
Dunque il rapporto di lavoro era «a tutti gli effetti qualificabile come un rapporto di lavoro subordinato a tempo determinato» “mascherato” da co.co.co.
Secondo quanto riportato nella diffida, l’Asp di Catanzaro non avrebbe mai dovuto escludere tali infermieri dalle procedure di stabilizzazione.
Allo stesso tempo, anche il “Mater Domini” ha pubblicato di recente un avviso pubblico finalizzato alla stabilizzazione del personale precario senza ricomprendere i lavoratori assunti con contratti di lavoro flessibili.
Gli infermieri, inoltre, manifestano disponibilità a presenziare, mediante i propri rappresentanti, a un incontro alla presenza di Occhiuto e dei commissari straordinari dell’Asp di Catanzaro e del Mater Domini. (ale.tru.)
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