COSENZA Il dibattito è aperto: nuove regole (più restrittive) sulle intercettazioni, modifiche annunciate per reati come l’abuso d’ufficio. Da una parte c’è l’eterno dibattito tra garantisti e giustizialisti – categorie tutte da verificare –, dall’altra i provvedimenti veri, il confronto parlamentare, le decisioni alle quali la politica è chiamata e che si ripercuoteranno sulla vita dei cittadini. Ernesto Magorno, ex senatore di Italia Viva, sindaco di Diamante e già membro del Copasir, fa parte di un movimento che partecipa in maniera attiva alla discussione sulla giustizia.
La questione delle garanzie si pone ovviamente in tutto il Paese. In Calabria, però, i magistrati sono in prima linea contro la più potente organizzazione criminale al mondo. Come conciliare i due estremi del dibattito sulla giustizia in un territorio di frontiera come la nostra regione?
«La mia posizione sulla giustizia è chiara: sono pienamente convinto che sia assolutamente necessario difendere la presunzione d’innocenza e rispettare pienamente l’impianto di tutele costituzionali. Su questa linea si colloca l’azione di Italia Viva Calabria, sempre ispirata ai valori del garantismo. Allo stesso tempo, però, è doveroso rimarcare un altro punto fondamentale su cui non possiamo cedere di un millimetro. L’azione del Procuratore di Catanzaro, Nicola Gratteri, va sostenuta senza se e senza ma, non c’è spazio per discussione alcuna che non ponga al centro un doveroso riconoscimento del presidio di giustizia e legalità rappresentato dalla procura di Catanzaro».
In Calabria agli attacchi della criminalità organizzata si aggiungono i tentativi di delegittimare il lavoro della magistratura…
«Nicola Gratteri, in questi anni, oltre a infliggere numerosi colpi alla ‘Ndrangheta, ha avuto la capacità di realizzare un grande risultato: ha riportato fiducia e speranza ai cittadini calabresi, ha dimostrato l’esistenza concreta dello Stato in Calabria. L’impegno di Gratteri è testimonianza preziosa, patrimonio da difendere e tutelare, modello per l’Italia, per l’Europa e per il mondo intero. Chi tenta, con scarsi risultati, di delegittimare l’operato di Gratteri compie un atto insensato e ingiusto, moralmente inaccettabile. Ribadisco, dunque, la mia vicinanza e il mio sostegno incondizionato al procuratore di Catanzaro, a tutti i magistrati calabresi, alle forze di polizia e a tutti gli operatori di giustizia».
Una parte del dibattito sulla giustizia coinvolge direttamente i sindaci, riguardo alla riformulazione di alcuni reati. E la Calabria non è esente da indagini che hanno travolto Comuni, con accuse anche gravi…
«È necessario porre l’accento sulle varie inchieste che hanno coinvolto, in questi mesi, alcuni amministratori locali. Anche qui, senza dubbio, il caposaldo è il garantismo, ma non bisogna strumentalizzare le situazioni giudiziarie per nascondere difficoltà politiche. Chi non è in grado di proseguire la propria azione di governo deve prenderne atto, agire di conseguenza e difendersi con i mezzi che le norme mettono a disposizione senza confondere due piani differenti e slegati tra loro». (redazione@corrierecal.it)
x
x