CROTONE Il capogruppo del Partito democratico nel consiglio comunale di Crotone, Andrea Devona, non condivide l’accordo sottoscritto tra il Comune e l’Eni, che riconosce alla città pitagorica la somma di 16.750.000 euro. Secondo Devona quell’accordo non è rappresentativo del prezzo che Crotone paga per l’estrazione del metano, in termini ambientali e non tiene conto degli impegni presi dal colosso energetico in precedenti accordi. Devona rivolge al sindaco Vincenzo Voce cinque domande. La prima riguarda proprio il contenuto di un precedente accordo sottoscritto nel 2008, che prevedeva di riconoscere alle aziende di Crotone la fornitura di gas devettoriato (prezzo praticato a bocca di pozzo). A questo proposito, Devona chiede quali siano «le motivazioni per le quali si è rinunciato ai 6 miliardi di metri cubi di gas devettoriato». Si tratterebbe, a parere del capogruppo dem, di «Una rinuncia poco comprensibile, soprattutto se rapportata all’assoluta quantificazione della somma di euro spettanti alla città (nonostante i diversi consulenti/consigliori che hanno accompagnato il sindaco nella trattativa)». I benefici economici che si sarebbero dovuti avere dalla fornitura di gas devettoriato non sono stati ricalcolati nell’ultimo accordo e su questo aspetto «si registra un oscuro silenzio». «Si ricorda – scrive Devona – che con l’ultimo accordo, l’Eni ha ottenuto, con il silenzio-placet del sindaco, il via libera al raddoppio dell’estrazione del gas dal sottosuolo crotonese». Si passerà dagli attuali 250 milioni di metri cubi all’anno a 500 milioni. Quali sono le ragioni che hanno determinato «la scelta di rinunciare, senza opporre alcuna resistenza, ai vantaggi economici provenienti dal gas devettoriato?». La seconda domanda riguarda la vicenda della bonifica e il mancato trasporto fuori dalla Regione Calabria dei rifiuti stipati nella discarica fronte mare (la Passeggiata degli innamorati): «Quali i vantaggi per la città di Crotone nell’aver rinunciato, nell’assoluto silenzio, a una vera bonifica, considerato che rimarranno sul posto centinaia di migliaia di tonnellate di rifiuti pericolosissimi?», si chiede Devona, che aggiunge: «La nostra idea è quella che, con la firma , si è fatto un accordo stralcio sul gas devettoriato e sui rifiuti pericolosi”. Con questo accordio a guadagnarci sarebbe stata solo l’Eni, che così risparmia «svariati milioni di euro». Si poteva ottenere di più e, invece, «ci si dovrà accontentarsi delle irrisorie somme inserite nell’accordo». Si tratta di 16.750.000 euro destinati alla realizzazione di progetti. Seconda Devona, quindi, questo accordo non andava firmato e ci sarebbe anche la provocazione da parte dell’Eni che «afferma di mantenere un proficuo rapporto collaborativo con la città». Il capogruppo dem ricorda di «aver proposto, in consiglio comunale, la costituzione di una Commissione che si occupasse dei rapporti con l’Eni». «Un’iniziativa – scrive Devona – finalizzata esclusivamente, al coinvolgimento degli ordini professionali, forze sindacali e datoriali, mondo associazionistico e consiglieri comunali». L’obiettivo era quello di affidare a questa commissione «il compito di lavorare per studiare proposte, puntando a realizzare progetti su tematiche ambientali ed energetiche per lo sviluppo della città». Non ci sono state risposte alla proposta e Devona si chiede: «Quali sono le motivazioni per le quali, la commissione non può essere costituita?». La quarta domanda che Devona rivolge, riguarda il tema della subsidenza di cui non si parla più. «Riteniamo – scrive – che nei rapporti con Eni, la problematica della subsidenza è trattata con superficialità e scarsa cognizione» e «rileviamo con preoccupazione che sulla subsidenza, si continua a non prendere in nessuna considerazione eventuali conseguenze che potrebbero determinare disastri ambientali». Il problema c’è e «non si comprendono le motivazioni, per le quali si ritarda a costituire la commissione sullo stato della subsidenza». In caso di disastri ambientali sarà possibile individuare le responsabilità? Nella formulazione dell’ultima domanda, Devona invita «il signor sindaco a rivedere un video che circola in rete, nel quale interpreta il ruolo di ambientalista-movimentista e anti ENI». Questo video risale al periodo della campagna elettorale ed è stato girato in piazza Marinai d’Italia, dove Voce teneva i comizi. Nel video «si può notare con quanta forza e veemenza Voce si scagli contro l’Eni» e non sfuggono le rassicurazioni che il sindaco rivolge ai cittadini – votanti sui rapporti che intenderà instaurare con l’Eni in caso di sua elezione. Non vengono nemmeno sottovalutate le questioni economiche per le quali il sindaco ha preso impegni che «sarebbero state trattate via streaming, senza veli e con il coinvolgimento di tutta la cittadinanza e soprattutto con la massima trasparenza». Concludendo, Devona si chiede se il Voce che ha sottoscritto l’accordo con l’Eni può essere identificato con quello che faceva i comizi elettorali in piazza Marinai d’Italia.
x
x