AMANTEA «Apprendiamo con estremo interesse delle comunicazioni del Sindaco di Amantea fatte ai Presidenti della Giunta Regionale e a quello del Consiglio con le quali li sollecita a guardare con grande attenzione alle gravi e colpevoli carenze della formulazione della proposta di L.R. n. 54/12». È quanto scrivono, in una nota, gli esponenti del “Progetto Temesa” a proposito della lettera aperta che il sindaco di Amantea Vincenzo Pellegrino ha inviato ad Occhiuto e Mancuso sui rischi della secessione di Campora dal capoluogo.
«Noi invece riteniamo – affermano a questo proposito i “secessionisti” – che eventuali carenze istruttorie, vengano vagliate dall’organo giurisdizionale, al quale ci rimettiamo, convinti come siamo che la procedura esperita dalla Regione non presenta vizi di legittimità, ma che, anzi, nel pieno rispetto delle norme, accoglie le fondate e legittime richieste delle comunità di Serra D’Aiello e Campora San Giovanni. Rileviamo invece espressioni sulle quali facciamo alcune precise considerazioni politiche».
«Prima fra tutte – sostengono – la preoccupazione del Sindaco circa la decadenza del Consiglio comunale nel caso l’iter procedurale giungesse a termine ed il successivo referendum avesse un esito positivo. Un Consiglio che senza dubbio è stato eletto democraticamente ma che altrettanto democraticamente verrebbe meno a seguito del distacco di una porzione di territorio tramite la libera espressione, dei cittadini che ivi risiedono. Comprendiamo dunque il perché dell’accanita difesa dell’integrità territoriale del Comune. I dubbi che invece ci poniamo sono ben diversi da quelli usati dai tanti imbonitori in questo periodo di stallo».
«Non crediamo pertanto alle promesse di costruzioni di ponti di pace – proseguono gli esponenti del comitato “Progetto Temesa” – ai mirabolanti e suggestivi impegni verso la comunità che Lei stesso ha definito, pubblicamente, come aggressori del potere costituito. Così come non crediamo alla sua volontà di garantire la libera espressione di scelta ai Serresi ed ai Camporesi e allo stesso modo crediamo, invece, che non avrà alcun problema a ricandidarsi ed a essere riconfermato alla guida dell’amministrazione. Riteniamo pertanto maldestro il Suo tentativo di additare gli Enti sovraordinati come i responsabili di una eventuale decadenza del Consiglio Comunale. Le regole della democrazia, nel bene o nel male, sono queste».
«Sulla questione della realizzazione di porto e P.I.P., per amore di verità – sostengono ancora i “secessionisti” – constatiamo come da opere che dovevano essere “strategiche” sono diventate marginali, prive di tutte le infrastrutture e servizi necessari al loro reale sviluppo per la mancata attenzione delle amministrazioni che si sono susseguite nel corso degli anni. Lo stesso Consiglio di frazione, che il Sindaco cita e che ora ripropone, è uno specchietto per le allodole, infatti, nessuno ha mai dato una adeguata importanza indispensabile ad instaurare un fattivo coinvolgimento della comunità alla vita amministrativa della città».
«La pacificazione sociale – osservano – non la si può richiedere a giorni alterni, in quanto, Lei, soggetto istituzionale, pur facendo scelte che hanno la piena legittimità giuridica, ha poi operato, contemporaneamente, altre scelte di incomprensibile ambiguità e di appartenenza, al di là del suo ruolo di garante. La stessa partecipazione alle iniziative promosse dal comitato per il “NO” evidenzia la sua parzialità istituzionale. Anche il suo ultimo incontro con la comunità camporese, peraltro scarsa della presenza di cittadini di questa parte del territorio ma ben rappresentata invece da cittadini amanteani, ci ha offerto lo spaccato del modo di come intende procedere nella gestione amministrativa, che ci lascia fortemente perplessi sia per i toni che per i modi spesso poco rassicuranti».
«Come le continue prese di posizione dei componenti il suo esecutivo, anche con visite che dovevano, nel suo intendimento, restare segrete, ad esponenti locali della opposizione del consiglio comunale di Serra D’Aiello che già avevano sottoscritto accordi ed approvato atti nel medesimo Consiglio.
«Ribadiamo infine di voler essere i veri protagonisti del nostro futuro – concludono nella nota gli esponenti del comitato – affrancandoci da Amantea da cui sentiamo, già dagli anni 70/80, una lontananza, che ha ridotto il nostro territorio ad una appendice amministrativa, gestita nel corso del tempo in modo scarsamente efficace e poco aderente alle aspirazioni legittime di una comunità operosa e sempre più consapevole dei propri diritti e orizzonti».
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