CATANZARO I temi sul tappeto sono tanti, e configurano altrettante emergenze, ulteriormente aggravate dalle drammatiche condizioni del contesto calabrese, e c’è bisogno di un organo di rappresentanza che sia il più possibile forte e solido. I Comuni calabresi si accingono a eleggere il presidente e gli organi statutari dell’Anci dopo le vicissitudini che hanno costellato gli ultimi anni di guida dell’associazione, al momento in una fase di transizione dopo le vicende giudiziarie che hanno colpito gli ultimi due presidenti, prima l’ex sindaco di Pizzo Gianluca Callipo e in ultimo il primo cittadino di Rende Marcello Manna. L’appuntamento è il congresso regionale dell’Anci in programma venerdì a Lamezia Terme.
In queste ore le forze politiche stanno approfondendo le interlocuzioni e infittendo le riunioni per trovare la quadra sulle candidature alla presidenza dell’Anci, con riunioni di carattere anche territoriale. I nomi in pole position sono quelli di Maria Limardo, sindaco di Vibo valentia, per il centrodestra, e per il centrosinistra del sindaco di Cosenza Franz Caruso e del sindaco di Cassano Jonio, Gianni Papasso, che sta “traghettando” l’Anci regionale verso il congresso di venerdì. Candidature e liste saranno comunque formalizzate giovedì in sede di congresso, ma è possibile, anzi secondo molti analisti probabile, che alla fine si provi a trovare un accordo per un nome unitario. Quello che si può dire è che l’Anci Calabria si appresta a ritornare su un binario di normalità. Del resto, sul tappeto, nel confronto con la Regione e non solo, ci sono tantissime priorità: al centro del dibattito infatti ci sono le perplessità dei Comuni calabresi nell’aderire all’Autorità Rifiuti e Risorse idriche, la nuova governance in tema ambientale voluta dal governatore Roberto Occhiuto (su Arrical peraltro nei giorni scorsi si è registrato il primo confronto tra lo stesso Occhiuto, il neo assessore Marcello Minenna e i sindaci dei capoluoghi di provincia). Ma ci sono da affrontare poi le problematiche legate all’autonomia differenziata e all’attuazione del Pnrr, che sta registrando le difficoltà degli enti locali sul piano della progettazione della capacità di spesa, senza dimenticare le sofferenze dei Comuni nella tenuta contabile e finanziaria. E poi ci sono anche tante altre rivendicazioni dei sindaci, tra cui quelle legate alle auspicate modifiche delle norme sull’abuso d’ufficio e sugli scioglimenti dei Comuni per infiltrazioni mafiose. (redazione@corrierecal.it)
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