CATANZARO «Una distesa di lenzuola bianche sulle spiagge della nostra costa, simbolo del fallimento di una umanità che non sa accogliere e aiutare, e non riesce più a proteggere gli essere più fragili: i bambini. Aggrappati al seno delle mamme, strappati alle braccia dei papà, anche oggi è morta l’innocenza tra le decine di migranti che hanno perso la vita scappando da miseria, guerra e violenza, mentre cercavano un futuro migliore e invece hanno trovato la morte. Non ci sono parole per esprimere il dolore e il cordoglio per questa tragedia». E’ quanto afferma il presidente di Unicef Calabria, il dottor Giuseppe Raiola. «Dovremmo solo imparare dal silenzio, e sostituire i proclami con le azioni – afferma ancora il presidente del Comitato Unicef Calabria -. La rotta del Mediterraneo centrale – intrapresa ogni anno da decine di migliaia di donne, uomini e bambini in cerca di salvezza a bordo di barche fatiscenti – è diventata sempre più pericolosae contraddistinta da un alto tasso di mortalità. Le persone in fuga da guerre, persecuzioni e carestie che tentano la traversata di questo mare sono sempre più esposte al rischio di morte a causa della progressiva scomparsa di entità – internazionali, governative e non governative – dedite al soccorso in mare. Questo è il momento del dolore, e proprio davanti a questa tragedia i Governi e l’Unione europea devono assumersi la responsabilità politica di agire affinché non si contino più i morti della migrazione, e soprattutto che tra questi non ci siano bambini, che continuano a pagare il prezzo più alto dell’incoscienza e della cattiveria degli adulti». Secondo il portavoce di Unicef Italia Andrea Iacomini «sono oltre 25.800 dal 2014 a oggi i morti e dispersi lungo la rotta del Mediterraneo centrale, oltre 120 casi accertati solo nel 2023, tra cui molti bambini, ma resta una stima al ribasso che considera soltanto i casi segnalati o di corpi ritrovati. L’Unicef ribadisce che proteggere e salvare vite in mare è un inderogabile imperativo umanitario, oltre che un obbligo giuridico degli Stati in virtù del diritto internazionale consuetudinario e convenzionale». Per Michele Affidato, ambasciatore nazionale Unicef Italia «non ci sono parole ma solo tanto dolore per questa ennesima strage di migranti in mare. Vite ingiustamente spezzate di uomini, donne e numerosi bambini, che cercavano solo un futuro migliore. Ancora una tragedia che non può lasciarci indifferenti. È sicuramente necessario che l’Unione Europea intervenga, fattivamente, nel controllo e nella gestione dei flussi migratori».
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