ROMA «Abbiamo richiesto tutta la documentazione inerente gli scambi di informazioni tra i diversi apparati di coordinamento per capire dove e quando le segnalazioni di allerta si sarebbero fermate e per quale motivo». Lo dice in un colloquio con il Corriere della Sera il procuratore della Repubblica di Crotone, Giuseppe Capoccia, secondo il quale potrebbe esserci state delle responsabilità precise, anche se «è difficile capire, al momento, se qualcuno è incorso in un reato». Ora «stiamo cercando di ricostruire quanto accaduto. Iniziando dal punto di sbarco – spiega -. Dobbiamo capire se la foce del Tacina era effettivamente il punto d’approdo scelto dagli scafisti oppure è stata una soluzione d’emergenza, viste le condizioni del mare». Senza l’intervento dei carabinieri «sarebbe finita probabilmente male per uno di loro, scampato a un vero e proprio linciaggio da parte dei sopravvissuti». All’appello, manca uno scafista: «Sulla spiaggia è stato ritrovato un passaporto turco stracciato. Questo può significare che l’uomo sia riuscito a fuggire o che sia tra i passeggeri dispersi che erano a bordo del barcone». La costa crotonese «è interessata da un fenomeno migratorio di sbarchi clandestini da molto tempo e con le stesse modalità — sottolinea Capoccia —: ne abbiamo tre a settimana». Non sta a lui «dire se i mezzi a disposizione sono idonei ad affrontare questa emergenza» conclude. (Ansa)
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