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Limardo: «Il nuovo ospedale è la vera scommessa per la sanità del Vibonese»

La sindaca: «Lo Jazzolino non è appetibile e i concorsi vanno deserti. La nuova struttura permetterebbe l’arrivo di nuovi medici»

Pubblicato il: 08/03/2023 – 8:18
di Emiliano Morrone
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Limardo: «Il nuovo ospedale è la vera scommessa per la sanità del Vibonese»

Con l’intervista a Maria Limardo, primo cittadino di Vibo Valentia, completiamo l’approfondimento del Corriere della Calabria dedicato ai bisogni – secondo i sindaci delle cinque città calabresi capoluogo di provincia – dei servizi sanitari nei singoli territori regionali. Al riguardo avevamo sentito i sindaci Enzo Voce (di Crotone), Paolo Brunetti (di Reggio Calabria, in qualità di facente funzione), Nicola Fiorita (di Catanzaro) e Franz Caruso (di Cosenza). 

Sindaca Limardo, qual è il suo giudizio sull’assistenza sanitaria a Vibo Valentia? Quali sono i punti di forza e quali sono le criticità?
«Le difficoltà della sanità vibonese sono purtroppo note ai più. Il personale che c’è nelle varie strutture si spende e dà il massimo. Tuttavia, spesso i servizi erogati non sono adeguati alle legittime istanze dei territori. Per quanto concerne i punti di forza, posso certamente dire, per averlo appreso in maniera diretta, avendoli visitati, che ci sono dei reparti dell’ospedale Jazzolino in grado di fornire risposte adeguate. Ad esempio, il blocco operatorio all’avanguardia, la Chirurgia e la Ginecologia, ma in generale tutti quei reparti che sono aperti. Purtroppo, le criticità sono da ricercare nei reparti chiusi».

Che cosa rappresenterebbe, a suo avviso, l’istituzione di nuovi corsi di laurea in Medicina nelle università di Cosenza e Reggio Calabria?
«Indubbiamente, l’apertura di nuovi corsi di laurea va vista come un’opportunità ulteriore per la Calabria e i calabresi, in particolare per i nostri studenti».

Quale dovrebbe essere il ruolo dell’università per il rilancio della sanità calabrese? 
«Ritengo che le università debbano avere un ruolo di primo piano. Perché nel tempo si potrebbero creare delle settorializzazioni in grado di diventare punti di eccellenza. Ci potrebbero essere corsi di specializzazione per formare eccellenze che magari colmino quelle lacune oggi presenti. Ad esempio, mi viene in mente il caso dell’Unical, in cui sono in atto specializzazioni e studi approfonditi su robotica e intelligenza artificiale. Applicate alla medicina, queste conoscenze e competenze comporterebbero netti benefici».

Crede che i sindaci debbano avere più voce ed anche altri poteri, rispetto all’organizzazione dei servizi sanitari nei territori che amministrano?
«Non vedo particolari benefici nell’aumento dell’influenza politica sulla sanità. Non credo che un ampliamento dei poteri dei sindaci in ambito sanitario possa garantire significativi miglioramenti».

Come si sta muovendo la Conferenza dei sindaci, riguardo all’organizzazione e alla gestione dei servizi sanitari nel territorio vibonese?
«Sono presidente della Conferenza dei sindaci, un organismo che ritengo estremamente utile. Nel Vibonese, la Conferenza rappresenta un momento di confronto proficuo per i sindaci stessi ed un ausilio valido per il commissario. Tutte le volte che ci riuniamo, cerchiamo sempre di elaborare proposte e spunti che vadano nella direzione di un miglioramento dei servizi. Ad esempio, nell’ultima seduta ci si è concentrati proprio sull’atto aziendale e sull’organigramma dell’Asp, sulla struttura che si vuole dare alla sanità pubblica del Vibonese».

Che cosa può dirmi dell’assistenza sanitaria per i minori della sua città? Di che cosa avrebbe bisogno, secondo lei? 
«Limitandomi alla sola sfera ospedaliera, posso dire che il reparto di Pediatria ha un primario eccellente e una struttura in grado di rispondere bene alle esigenze dell’utenza».

Che cosa chiede al commissario del governo, Roberto Occhiuto, con riferimento ai servizi ospedalieri e territoriali nella città di Vibo Valentia?
«Fondamentalmente due cose, che ruotano attorno allo stesso argomento: da sindaco, ovvero da primo interlocutore dei bisogni dei cittadini, dico che è importante rafforzare l’attuale ospedale Jazzolino, struttura risalente agli anni ’60 che in ogni caso rappresenta un punto di riferimento per tutto il territorio provinciale. E poi, ovviamente, la priorità resta l’avvio dei lavori per la costruzione del nuovo ospedale e l’impegno a fare in modo che gli stessi proseguano senza soluzione di continuità. Ma so bene che il presidente Occhiuto, nella sua veste di commissario, ha particolarmente a cuore questo tema e non ha mai fatto mancare il suo appoggio». 

Che opinione ha del lavoro del Consiglio regionale della Calabria in materia di sanità?
«Credo che le iniziative politiche intraprese in tema di sanità vadano nella giusta direzione, affiancando e dando forza all’azione del commissario. In tal senso non posso non evidenziare l’importante lavoro svolto dalla III Commissione, presieduta fino a qualche tempo fa dal consigliere regionale Michele Comito».

Che cosa pensa dell’autonomia differenziata in rapporto alla Sanità calabrese?
«Il superamento del criterio della spesa storica, per come sottolineato dal presidente Occhiuto, è un passaggio di fondamentale importanza. Del resto, l’autonomia è un treno in corsa, partito già da quando è stata attuata la riforma del Titolo V della Costituzione, che – voglio ricordare a me stessa – è stata elaborata da un governo di centrosinistra. Oggi l’auspicio è che, superando il criterio della spesa storica e definendo i Livelli essenziali di prestazioni davvero univoci per tutti, si potrà raggiungere gradatamente quel risultato di un miglioramento dei servizi erogati ai cittadini anche in tema di sanità. Certamente non è pensabile che si giunga ad una condizione ottimale in una notte: serve un processo graduale, poiché è innegabile che vi sia un divario enorme nell’applicazione dei Lea (Livelli essenziali di assistenza, nda) tra noi e il Nord».

Qual è il suo auspicio per il futuro della sanità nell’area di Vibo Valentia?
«La scommessa per la sanità vibonese sta nella realizzazione del nuovo ospedale. Al momento ci troviamo in un circolo vizioso: malgrado vengano quotidianamente banditi concorsi per reclutare nuovi medici, questi non arrivano. Ciò accade principalmente perché l’attuale struttura non è appetibile, per svariate ragioni. Per cui la costruzione del nuovo ospedale potrebbe spezzare questo cerchio pericoloso e innescare meccanismi virtuosi». (redazione@corrierecal.it)

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