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Brunetti: «Inammissibile una frammentazione del Servizio sanitario»

Il sindaco facente funzione di Reggio Calabria: «Priorità alla realizzazione del nuovo ospedale Melacrino Morelli»

Pubblicato il: 01/02/2023 – 8:54
di Emiliano Morrone
Brunetti: «Inammissibile una frammentazione del Servizio sanitario»

Quantificato il debito sanitario regionale, la Calabria affronta una fase di ricostruzione, ripete il commissario del governo Roberto Occhiuto. C’è l’esigenza di spendere, aggiunge, di rimuovere «le macerie» del passato e dare risposte ai cittadini, che si rivolgono anzitutto ai sindaci per chiedere ascolto e servizi. Oggi Corriere Suem esce con un’intervista al primo cittadino facente funzione di Reggio Calabria, Paolo Brunetti, in carica dal 19 novembre 2021. I sindaci sono la massima autorità sanitaria a livello comunale, ma per la tutela della salute non hanno poteri diretti: possono soltanto ricorrere a ordinanze contingibili e urgenti in casi limitati. Luci ed ombre dell’assistenza sanitaria nel territorio, università e formazione della nuova classe medica della Calabria, proposte della Conferenza dei sindaci del Reggino e autonomia differenziata sono alcuni degli argomenti che abbiamo affrontato con Brunetti. Sulle esigenze della sanità locale avevamo già sentito il sindaco di Crotone, Vincenzo Voce. Continueremo a dare spazio ai sindaci calabresi, anche per stimolare un dibattito aperto sulla necessità o meno di ampliare i loro poteri in materia sanitaria.

Sindaco Brunetti, qual è il suo giudizio sull’assistenza sanitaria a Reggio Calabria? Quali sono i punti di forza e quali sono le criticità?

«Il Grande Ospedale Metropolitano di Reggio Calabria vanta reparti che sono il fiore all’occhiello e l’orgoglio della città, vere eccellenze in campo sanitario e punto di riferimento per tutto il sud Italia. Questo è certamente il punto di forza. Tuttavia, la chiusura nel tempo di numerosi ospedali e presìdi periferici nella provincia ha avuto come conseguenza una concentrazione di tutta l’utenza esclusivamente sul Gom, con l’effetto di aumentare i tempi di attesa delle visite e degli interventi e di determinare una insufficienza di posti letto, cui va ad aggiungersi una carenza di medici e infermieri non ancora risolta».

Che cosa rappresenterebbe, a suo avviso, l’istituzione di nuovi corsi di laurea in Medicina nell’Università di Reggio Calabria?

«Rappresenterebbe un’opportunità importantissima di investimento sulla formazione professionale dei nostri medici. Consentirà ai giovani che vogliano avviarsi alle professioni sanitarie di studiare e specializzarsi rimanendo nel territorio. Per questi motivi l’amministrazione comunale di Reggio Calabria insieme alla Città metropolitana, all’Università, all’Ordine dei medici ed alla Camera di Commercio, ha già promosso una serie di incontri istituzionali nell’ambito dei quali la proposta di istituzione della facoltà di Medicina ha riscosso valutazioni positive sia da parte del mondo accademico che da parte del comparto medico e produttivo della città; segno questo che i tempi sono già maturi e che il percorso verso il raggiungimento dell’obiettivo può dirsi già proficuamente avviato».

Quale dovrebbe essere il ruolo dell’università per il rilancio della sanità calabrese?

«Come già detto sopra, formare giovani medici sul territorio che abbiano la possibilità di studiare, specializzarsi e magari rimanere a lavorare in città».

Crede che i sindaci debbano avere più voce ed anche altri poteri, rispetto all’organizzazione dei servizi sanitari nei territori che amministrano?

«Basterebbe soltanto che le istituzioni sanitarie ascoltassero le indicazioni dei sindaci, che conoscono le problematiche e criticità del proprio territorio, perché è prevalentemente ai sindaci che i cittadini si rivolgono per manifestare i propri disagi e chiedere supporto».

Come si sta muovendo la Conferenza dei sindaci, riguardo all’organizzazione e alla gestione dei servizi sanitari nel territorio reggino?

«La Conferenza dei sindaci è attenta alle esigenze del territorio ed ha già formulato diverse proposte tra cui, solo per citarne alcune, l’istituzione di guardie mediche e di poliambulatori dislocati sul territorio e la salvaguardia delle aree interne».

Che cosa può dirmi dell’assistenza sanitaria per i minori della sua città? Di che cosa avrebbe bisogno, secondo lei?

«Non credo che esista una sanità differenziata per minori e per adulti. Di certo tra le competenze comunali c’è il servizio di assistenza sociale ai minori e gli assistenti sociali del Comune hanno un rapporto di costante collaborazione e confronto con l’Asp, alla quale provvedono a segnalare eventuali particolari situazioni di cui vengano a conoscenza».

Che cosa chiede al commissario del governo, Roberto Occhiuto, con riferimento ai servizi ospedalieri e territoriali di Reggio Calabria?

«Che vengano rispettate le indicazioni espresse dalla Conferenza dei sindaci e che sia data priorità e accelerazione alla realizzazione del nuovo ospedale Melacrino Morelli».

Che opinione ha del lavoro del Consiglio regionale della Calabria in materia di sanità?

«Ritengo che la Regione debba prendere le distanze dall’autonomia differenziata».

Che cosa pensa dell’autonomia differenziata in rapporto alla Sanità calabrese?

«Penso che l’autonomia differenziata in materia sanitaria rischi di determinare degli effetti distorsivi della parità di trattamento, proprio con riferimento ad un bene primario, oltre che costituzionalmente tutelato, quale è quello della salute. Per questo le soluzioni in campo sanitario non possono che essere uniche a livello nazionale e non è ammissibile una frammentazione del Servizio sanitario ed una sanità differenziata da Regione a Regione sulla base di criteri di spesa e/o di limiti assunzionali che attengono a sfere amministrative ed organizzative delle pubbliche amministrazioni e che nulla hanno a che vedere con le cure dovute alle persone malate».

Qual è il suo auspicio per il futuro della sanità nell’area di Reggio Calabria?

«Il mio più grande auspicio è che i miei concittadini non debbano più partire verso altre regioni per potersi curare».

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