CATANZARO «Nessun cambiamento», «nessuna bonifica dell’azione amministrativa nel segno della trasparenza», in più «una continua ricerca di aiuto di consiglieri comunali “liberi” e ora anche un Patto per la città che in realtà sembra nascondere un Patto con la Lega, tradendo lo slogan bandiera della loro campagna elettorale secondo cui “Catanzaro non si lega”». La componente dell’opposizione al Comune di Catanzaro rappresentata da Valerio Donato, Gianni Parisi (Rinascita) e Stefano Veraldi (Riformisti Avanti) mette nel mirino l’amministrazione guidata dal sindaco Nicola Fiorita tracciando a distanza di sei mesi dalle Comunali un primo bilancio dell’azione di governo a Palazzo De Nobili. «Un bilancio negativo», sostengono Donato, Parisi e Veraldi specificando che «la nostra non è una bocciatura ma è la sollecitazione a cambiare direzione di marcia, perché così la città non si salva come aveva detto Fiorita in campagna elettorale, ma è destinata a finire definitivamente nel burrone».
Sotto accusa dunque la gestione amministrativa ma anche quella politica da parte di Fiorita e della sua amministrazione a trazione centrosinistra, che – secondo questa componente dell’opposizione – per “puntellare” la sua gracile maggioranza avrebbero proposto un accordo al gruppo che fa riferimento al presidente del Consiglio regionale Filippo Mancuso, della Lega, gruppo che alle Amministrative aveva sostenuto la candidatura a sindaco dello stesso Donato. «Nel programma dell’attuale sindaco – spiega Donato, sfidante di Fiorita al ballottaggio – si parlava della Grande Catanzaro, di legge speciale per Catanzaro, di Catanzaro città inclusiva, città della natura, del mare, dell’energia, della cultura, si esaltavano il ruolo del centro storico, si assicurava il rilancio delle periferie, in pratica si prometteva il cambiamento. A distanza di sei mesi – prosegue il leader di Rinascita – sono rimaste solo belle parole. In sei mesi non ci aspettavamo ovviamente grandi risultati ma che si sarebbero poste le basi per segnare una vera discontinuità con il passato, ma di questo non c’è alcuna traccia. E ora sentiamo che il sindaco Fiorita ha lanciato un patto per la città e che di questo patto avrebbe parlato con la Lega, tradendo così quello che hanno detto in campagna elettorale quando hanno accusato noi di aver detto “con tutti senza compromessi”. Ora mi sembra che stiano facendo esattamente quello di cui ci accusavano, con tutti ma con i compromessi. Chissà cosa ne pensa il centrosinistra, cosa ne pensano sia Elly Schlein del Pd che Giuseppe Conte del M5S, che pure – ricorda Donato – sono venuti qui a sostenere Fiorita. E cosa ne pensa lo stesso Matteo Salvini i cui dirigenti ora a Catanzaro fanno accordi con il centrosinistra? Soprattutto, Fiorita dovrebbe dire sulla base di quali contenuti stipulerebbe questo patto per la città, perché se non ci sono contenuti e si rivolge alla Lega allora sembra solo un patto per gestire il potere, un patto per Fiorita e non per la città».
Il problema – aggiungono Donato, Parisi e Veraldi – è che sul piano gestionale «l’amministrazione Fiorita si caratterizza per la totale assenza di atti amministrativi e programmatici» in tutti i settori, dall’ambiente alle politiche sociali, dalla cultura alle periferie, con l’aggravante – spiegano – «che non stanno nemmeno procedendo a quella bonifica morale e a quel cambiamento etico che avevano annunciato, per non parlare del fatto che continuano a contattare singoli consiglieri per pulire le strade in quel quartiere piuttosto che in quell’altro». Le contestazioni più specifiche riguardano il rapporto del Comune con la società che gestisce a raccolta differenziata in città, la “Sieco”, che «dovrebbe essere la controparte del Comune ma sulla quale l’amministrazione Fiorita si è schiacciata, a fronte di una transazione che rappresenta una modifica dell’oggetto dell’appalto e quindi una grave violazione», e poi il “dirottamento” di uno stanziamento per una scuola, la Mazzini, al centro di lavori allo stato bloccati in favore di altri di istituti «senza tenere conto di una perizia già depositata da mesi sulla Mazzini, e tutto questo dopo aver indotto in errore l’intero Consiglio comunale, cosa gravissima per una Giunta che fa della legalità la sua bandiera», e infine le nomine nelle partecipate del Comune, alcune delle quali fatte a dispetto dei criteri di competenza, esperienza e trasparenza. In definitiva – concludono Donato, Parisi e Veraldi – «non chiediamo le dimissioni di Fiorita, ma compulsiamo il sindaco e l’amministrazione a cambiare direzione di marcia». (a. c.)
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