ROMA «La riforma Cartabia ha peggiorato la situazione, ha rallentato la gestione dei processi nelle aule di giustizia. Ha solo fatto danni. Vedrete più avanti quali saranno gli effetti della riforma Cartabia nel 2023-2024. Non c’è purtroppo una visione di insieme e di futuro, non c’è una visione di quello che serve». Lo ha detto il procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri, intervenendo oggi a palazzo Wedeking a Roma in occasione del convegno Inps “Legalità e solidarietà: diritti ed etica per un welfare moderno”. «Questa non è cultura di diritto. Non è questo il modo di celebrare i processi, anzi questa è la non celebrazione dei processi – ha aggiunto Gratteri sempre in riferimento alla riforma Cartabia –. Ci siamo ridotti ad “accattoni”: se l’Europa non ci dà i soldi, non si va avanti. Intanto non si è pensato a un progetto complessivo che possa far andare avanti la pubblica amministrazione».
«Negli ultimi decenni – ha detto ancora Gratteri – c’è stato nel mondo occidentale, ma soprattutto in Italia, un forte abbassamento della morale e dell’etica che ha investito il mondo delle professioni, facilitando le mafie e portando ripercussioni nel lavoro. Le mafie, in particolare la ‘ndrangheta, in questa fase storica non hanno il problema di arricchirsi ma quello di giustificare la loro ricchezza. A Roma, Milano, Torino, Bologna e Modena da decenni è ben radicata. In queste città hanno comprato alberghi, ristoranti, pizzerie e latifondi. Ma, nonostante tutto, non sono ancora capaci di fare il riciclaggio sofisticato».
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