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La riflessione

Calabria: burocrazia “malata”?

Possibile che nessuno senta ribollire il sangue e si adoperi seriamente per riportare la Calabria su standard accettabili?  Non è un bell’approccio leggere i quotidiani e trovare titoli del genere…

Pubblicato il: 17/04/2023 – 9:01
di Franco Scrima*
Calabria: burocrazia “malata”?

Possibile che nessuno senta ribollire il sangue e si adoperi seriamente per riportare la Calabria su standard accettabili?  Non è un bell’approccio leggere i quotidiani e trovare titoli del genere: “Calabria, burocrazia malata”. Dopotutto è la sintesi di una parte di società sulla quale ricade la responsabilità di aver fatto precipitare la regione al penultimo posto di una graduatoria che comprende 208 regioni europee.
Se tanto ci dà tanto è pressoché inutile lamentarsi. Nessuno impone nulla quanto alle scelte politiche; la soluzione, pertanto, rimane quella di sempre: sperare (o meglio pretendere) dai partiti politici una selezione seria dei candidati scegliendo persone che quantomeno oltre ai loro interessi, abbiano in conto anche le sorti della Calabria e dei calabresi che, fatte salve talune eccezioni, dovrebbero essere prioritarie.  
Non è certo gratificante apprendere che i dati pongono la Calabria al penultimo posto del Paese. Dipende «dalle capacità istituzionali e amministrative della regione, ma anche dalla debolezza di alcuni che la rappresentano in Parlamento».
Condizioni che inevitabilmente coinvolgono, con tutto il loro peso, gli ignari cittadini la cui responsabilità è di non aver saputo selezionare i candidati al momento di votarli. Non più per aver fatto un atto di cortesia ad un amico (come spesso accade), quanto per avere segnato una preferenza sulla scheda elettorale senza aver tenuto conto delle capacità del candidato.   
Sarebbe pur sempre una triste considerazione che non ha il potere di portare a soluzioni diverse. Fatte salve, pertanto, talune differenze che pure andrebbero evidenziate, la speranza è che si capisca, una volta per tutte, che vivere in una regione considerata al penultimo posto della classifica europea, oltre a non essere motivo d‘orgoglio, non può rischiare di essere sostenuto da una rappresentanza “debole”.
Ciò che infastidisce è che i partiti politici spesso dimostrano di agire d’impeto, senza soffermarsi a valutare le proposte che sono importanti per la società che intende sperare che, per effetto delle scelte fatte, mutino le condizioni. Il riferimento è per quelle realtà che, “obtorto collo”, potrebbe pesare sulla Calabria e sui calabresi. Lo dimostra, se ce ne fosse bisogno, il penultimo posto occupato oggi dalla Calabria nella classifica delle regioni. Il che significa assistere supinamente al depauperamento della credibilità del territorio calabrese che subisce, anche per questo motivo, la perdita di circa 225 miliardi di Euro all’anno, pari alla percentuale dell’undici per cento del Pil. Il che determina pesantissime ripercussioni sull’economia.
L’essere al 207^ posto in Europa significa essere penultimi in classifica, subito dopo una regione della Romania. Superfluo aggiungere che a rendere fragile la Calabria riguardo alla classifica europea sono la qualità dei servizi e la parzialità della Pubblica Amministrazione.
C’è poco da sperare: le uniche vie possibili da percorrere per la Calabria sono la credibilità dei politici e la passione nell’esercizio del mandato e nel dimostrare sicurezza, impegno e ambizione per riuscire là dove è stato un fallimento.  
*giornalista

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