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«Quando sei qui con me»

Non sappiamo se sia la canzone italiana più bella. Forse no. Forse è la più cantata, certamente è quella che ha avuto più versioni. Quella che Jovanotti, in un pezzo, disse che avrebbe voluto scri…

Pubblicato il: 08/05/2023 – 20:13
di Mario Campanella
«Quando sei qui con me»

Non sappiamo se sia la canzone italiana più bella. Forse no. Forse è la più cantata, certamente è quella che ha avuto più versioni. Quella che Jovanotti, in un pezzo, disse che avrebbe voluto scrivere. Compie 63 anni il Cielo in una stanza, piccolo, grande capolavoro genovese che Gino Paoli scrisse direttamente da un bordello cittadino, incurante della legge Merlin. E bisognerebbe omaggiare le puttane di questa straordinaria città italiana per il contributo dato alla grande musica. Pubblicata per la prima volta da Mina la canzone vendette subito due milioni di dischi. Quanti ne abbia venduto dopo non si sa. Cantata in francese da Carla Bruni, splendidamente da Franco Battiato, è bellissima
finanche con la voce di Franco Simone. Non è la storia di un amplesso. No. È la storia di un amore vissuto nell’amplesso. Il soffitto viola del postribolo è la scenografia imperante del pezzo che è di durata breve. Battiato la rende magica interrompendola e poi riprendendo con l’immagine dei due “abbandonati come se non ci fosse più, niente più niente al mondo”. Solo Genova e Napoli insieme hanno prodotto più capolavori di tutto il resto del mondo. Il compagno Paoli, comunista militante amante del whisky e amico di Tenco, un giorno provò a sfidare il destino. Si sparo un colpo al cuore rimasto lì, a un centimetro dal contenitore. La sua vita ansiosa e irrequieta ha regalato tantissime chicche: io ci sarò, testamento d’amore anticipato al figlio, sassi, sapore di sale, una lunga storia d’amore e tante altre ancora. Il cielo in una stanza, però, le batte tutte. Batte Ornella Vanoni e Stefania Sandrelli, con la dedica a una sedicente prostituta e il comune senso del pudore che nega l’amore nello spazio ristretto di un rapporto sessuale a pagamento. Se mai fu pagato, benedetti furono quei fiorini. Gli alberi infiniti di quella stanza squarciano il cielo all’amore eterno. E l’armonica sembra ancora un organo che vibra.

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