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La Regione verso il 2023-2025, tra punti di forza e di debolezza e tra opportunità e minacce

Il quadro fornito dal Piano di attività e organizzazione” varato dalla Giunta. Gli elementi positivi e quelli negativi del “contesto interno”

Pubblicato il: 28/05/2023 – 15:45
La Regione verso il 2023-2025, tra punti di forza e di debolezza e tra opportunità e minacce

CATANZARO I punti di forza e di debolezza e le opportunità e le minacce del “contesto interno” della Regione Calabria.  Si chiama “Piao”, acronimo che sta per “Piano integrato di attività e organizzazione”, in pratica sono gli indizi gli obiettivi per le annualità 2023-2025 che la Giunta regionale guidata dal presidente Roberto Occhiuto ha individuato, una sorta di la “bussola” per l’azione dei Dipartimenti della Cittadella. Il documento censisce – si legge – «le caratteristiche dell’organizzazione (contesto interno) e le relazioni con l’ambiente nel quale si colloca (contesto esterno), necessarie alla definizione degli obiettivi di performance», specificando per ciascuno dei due contesti i punti di forza (“Strengths”); i punti di debolezza (“Weaknesses”); le opportunità (“Opportunities”); le minacce (“Threats”).

Punti di forza e punti di debolezza

Anzitutto, emerge che prevalgono i punti di debolezza del contesto interno, anche se i punti di forza hanno un loro peso. In quest’ultima direzione  ecco cosa sottolinea la Giunta nel “Piao”: «Nomina del presidente della Regione commissario per la gestione del sistema sanitario calabrese dopo oltre dieci anni inaugurando così un nuovo corso, mediante il quale potranno essere favoriti gli investimenti sulla riorganizzazione della rete ospedaliera, sui presidi di assistenza medica territoriale, affinché possano essere offerti servizi migliori ed efficienti e si possa porre un freno alla mobilità sanitaria, che, di anno in anno, comporta esborsi elevatissimi a carico dell’Ente. In relazione al sistema idrico, verrà adottato un nuovo modello di gestione che prevede la trasformazione di Sorical SpA in una multi-utility controllata dalla Regione con il coinvolgimento dei Comuni. Non vi sono tra il personale regionale assunto particolari differenze di genere. L’analisi di benessere organizzativo presenta risultati positivi per più della metà del personale che ha partecipato all’indagine negli ultimi anni. Il settore turistico, secondo i dati dell’Osservatorio turistico regionale, dopo il fermo della pandemia ha registrato una ripresa». Ma le criticità sono ancora tante: «La gestione sanitaria – si rimarca nel “Piao” – costituisce la più grave problematica della Regione… La Regione Calabria storicamente mostra uno scarsissimo indice di attrattiva sanitaria, a fronte di una elevatissima mobilità passiva, determinata, principalmente, dalla carenza di servizi sanitari. L’inadeguatezza dei sistemi di raccolta e trattamento delle acque reflue ha determinato l’apertura di procedure di infrazione per violazione della direttiva 91/271/Ce. Ingenti risorse finanziarie a destinazione vincolata e scarsità di risorse autonome correnti che possano permettere politiche espansive di bilancio. Bilancio regionale per il 62% delle entrate assorbito dalla spesa sanitaria».

Opportunità e minacce

Ma per la Giunta regionale il “Piao” è anche uno sguardo in prospettiva, e anche qui ci sono opportunità ma anche minacce. Quanto alle prime, si specifica che «la Calabria è destinataria di interventi finanziari da Pnrr a cui vanno considerate le risorse riprogrammate dei “Fondi sviluppo e coesione” Fsc 2000-2020, quelle del Programma di Azione e Coesione (Pac – Programma Operativo Complementare (Poc 2014-2024, quelle destinate al nuovo programma “Fondo sviluppo e coesione” Fsc 2021-2027 oltre che gli ingenti finanziamenti assegnati dalla nuova programmazione europea 2021-27. Alla luce del sintetico quadro ricostruito, nel medio periodo (2021-2027) saranno disponibili per la Calabria risorse extraregionali aggiuntive di notevole entità per assicurarne la ripresa e lo sviluppo e che impongono una vera e propria svolta sul piano organizzativo e funzionale da parte della Regione, degli enti regionali e delle amministrazioni locali». Altre opportunità: «Nuovi reclutamenti di alte professionalità anche attraverso la previsione di modalità speciali in deroga per come previsto dal Dl 80/2021» e «presenza di risorse da destinare alla digitalizzazione dei processi». Ci sono però fattori di rischio da tenere in conto: nel “Piao” si rimarca che «tra le misure che la Regione è tenuta ad adottare per perseguire i risultati di bilancio c’è l’innalzamento delle addizionali regionali Irpef e Irap. Alle Regioni in piano di rientro del disavanzo sanitario è consentito l’incremento delle aliquote fiscali fino al livello massimo stabilito dalla legislazione vigente. Allo stato attuale, dall’ultimo Verbale relativo alla riunione congiunta del Tavolo tecnico per la verifica degli adempimenti regionali con il comitato permanente per la verifica dei Lea del 9 novembre 2022, non risultano applicate per l’anno di imposta 2023 le maggiorazioni previste dall’art. 2 comma 86 della legge 23 dicembre 2009, n. 191 per il mancato raggiungimento degli obiettivi del piano di rientro del disavanzo sanitario (0,30% all’aliquota ordinaria dell’addizionale regionale Irpef e 0,15 % alle aliquote ordinarie Irap)». Altra “minaccia”: «La riduzione dell’autonomia finanziaria regionale, come delineata dalla legislazione attuativa dell’articolo 119 Costituzione (legge 42/2009 e Dlgs 68/2011)». Infine si sottolinea come «la parte più rilevante degli investimenti programmati del Pnrr è destinata alle amministrazioni locali sulla base di procedure competitive, tuttavia, la minore capacità progettuale delle amministrazioni meridionali le espone ad un elevato rischio di mancato assorbimento delle risorse stesse, con il paradosso che le realtà a maggior fabbisogno potrebbero beneficiare di risorse insufficienti. Ne discende che per scongiurare tali scenari, occorre rafforzare il supporto a questi enti». Legata a questa il “Piano” poi segnala  «la contrazione fondo cassa per difficoltà di incasso dei crediti vantati nei confronti degli enti locali calabresi che si trovano in sofferenza finanziaria strutturale».  (c. a.)

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