CASSANO ALLO JONIO Questa volta l’anonima incendi ha colpito un escavatore e un merlo (una sorta di cestello utilizzato per “sollevare” gli operai per raggiungere tutte le aree dei cantieri) della Webuild, società impegnata nei lavori di realizzazione del Terzo megalotto della statale 106. Il risultato è, purtroppo, parte di un bollettino diventato consuetudine: danni ai mezzi, centinaia di migliaia di euro in fumo, ritardi e una sensazione di generale insicurezza per le imprese in tutto il territorio. I fatti si sono verificati nella notte tra venerdì e sabato nel cantiere del Raganello nel comune di Cassano allo Jonio, dove è in costruzione un viadotto. I carabinieri di Cassano allo Jonio indagano per dare un volto agli autori dell’azione.
«È solo l’ultimo di una serie di attentati incendiari che da qualche tempo colpiscono il più grande cantiere del sud Italia. In meno di 15 giorni si registra un nuovo segnale inquietante da parte della criminalità organizzata che ha posto la sua attenzione sui lavori del terzo megalotto, uno dei cantieri più importanti, dal punto di vista economico, sul territorio nazionale», commenta Giuseppe De Lorenzo, segretario della Fillea Cgil Cosenza-Pollino Sibaritide Tirreno. «Davanti a questo ennesimo atto intimidatorio, come già in passato, bisogna immediatamente attivare il tavolo in Prefettura della Conferenza Permanente, coinvolgendo l’intero territorio per porre un argine alla recrudescenza criminale, auspicando che le forze dell’ordine e la magistratura riescano, in tempi celeri, a far luce sugli esecutori e sui mandanti di questo ennesimo atto intimidatorio. La Fillea Cgil, insieme alle altre forze sociali, si attiverà, nel più breve tempo possibile, per richiedere la conferenza permanente». (redazione@corrierecal.it)
«La Filcams Cgil Calabria si unisce alla solidarietà ed alla richiesta di attenzione rivolta alle Istituzioni da parte della Fillea Cgil rispetto all’ennesimo episodio di violenza ai danno della Webuil che lavora alla costruzione del megalotto SS106». È quanto si legge in una nota della segreteria regionale Filcams Cgil Calabria che aggiunge: «Giusto il richiamo all’istituzione di un tavolo permanente in Prefettura che tuteli le lavoratrici ed i lavoratori che operano nell’intero appalto, compresi i servizi di vigilanza e guardiania, così come mense e pulizie».
«Un atteggiamento che auspichiamo cambi rispetto al passato – sottolinea il sindacato di categoria – visto che proprio i lavoratori della vigilanza privata e guardiania che operavano nel cantiere, si sono visti sbattere le porte in faccia dalle Istituzioni mentre rivendicavano legalità e rispetto per il loro lavoro e la loro vita».
«Sarebbe utile a partite dagli episodi criminali che invece di ridurre i servizi di vigilanza – conclude la nota – l’ente appaltante investa in maggiore sicurezza dando così più possibilità occupazionali nel territorio e aumentando il livello di attenzione e di controllo. L’illegalità si combatte anche con il lavoro, soprattutto qui in Calabria dove il ricatto e la povertà stanno dilagando».
«Quella che si sta profilando sul cantiere del Terzo megalotto della Strada statale 106 è la sconfitta della democrazia, la debacle della libertà di impresa, il fallimento dello Stato in tutte le sue componenti istituzionali e civili». Lo afferma Maria Elena Senese, segretario generale di FenealUil Calabria che aggiunge: «L’ennesima intimidazione ai danni della ditta che sta portando avanti i lavori di ammodernamento di quella che è una delle infrastrutture più importanti per il territorio calabrese è la prova di forza di una criminalità organizzata che si sente intoccabile, che vuole imporre la propria legge e ridurre in schiavitù non solo l’impresa finita nel mirino ma tutta la comunità locale, l’intera regione».
«Noi, insieme alla condanna del gesto e alla solidarietà – sottolinea – nei confronti dell’azienda e dei lavoratori presi di mira, non possiamo che ribadire ciò che abbiamo già detto, ciò che sosteniamo da tempo. Nella convinzione di una pronta azione da parte delle forze dell’ordine e della magistratura, rivolgiamo un appello alle istituzioni competenti affinché l’impresa non venga lasciata da sola ma sostenuta nella sua azione produttiva».
«Il rischio, se quanto richiesto non dovesse trovare immediato riscontro – conclude Senese – è che queste azioni dolose e malavitose possano determinare il fatto che tante opere che ancora sono incompiute possano rimanere tali anche in futuro, provocando un danno sociale irreparabile».
«Nella notte nuovo vile atto contro due mezzi dell’azienda Webuild, dati alle fiamme nel comune di Cassano allo Ionio in uno dei cantieri della costruenda nuova Strada Statale 106». Così, in una nota congiunta, Giuseppe Lavia, segretario generale Cisl Cosenza, e Franco Ventarola, Filca Cisl Calabria che aggiungono: «Per la Cisl e la Filca una escalation che sta colpendo un cantiere ed un’opera importante, fondamentale per il superamento dei ritardi infrastrutturali del territorio».
«Le mire della ’ndrangheta e della criminalità organizzata – evidenziano – colpiscono da tempo il tessuto economico e produttivo di un’area dinamica come la Sibaritide. Occorre mettere in campo ogni strumento di contrasto. Confidiamo nell’azione della Magistratura e auspichiamo che possano essere rapidamente individuati e puniti i responsabili. Nel frattempo, occorre aumentare il livello di presidio, controllo e sorveglianza del territorio sul quale insiste il cantiere».
«Avvieremo gli strumenti previsti dai Protocolli per la legalità – annunciano infine – coinvolgendo la Prefettura. Serve una reazione ferma di contrasto e uno scatto in avanti da parte di tutti per isolare le forze criminali».
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