Pomeriggio “caldo” e di caos totale alla Camera dei deputati per le proteste del Movimento 5 Stelle che lamenta la violazione del regolamento di Montecitorio dopo l’anticipazione, raccolta dai cronisti in Transatlantico, delle sanzioni comminate ai deputati pentastellati in seguito all’occupazione della Giunta delle elezioni lo scorso 30 maggio. Lo riferiscono le agenzie di stampa nazionale. L’occupazione della Giunta delle elezioni della Camera era stata inscenata dai parlamentari pentastellati che protestavano per impedire il voto di un emendamento di Forza Italia che fissava criteri diversi per il calcolo delle schede elettorali nulle alle ultime elezioni politiche, un calcolo che avrebbe penalizzato il risultato del Movimento 5 Stelle, che avrebbe così perso un seggio, per cederlo a Forza Italia, segnatamente ad Andrea Gentile, il figlio dell’ex sottosegretario Tonino, che ha fatto ricorso per la sua mancata elezione alle Politiche del 2022 nel collegio camerale di Cosenza, dove è stato sconfitto dalla M5S Anna Laura Orrico.
“Volete silenziare il gruppo” accusa il M5S che – ricostruisce l’Agi – poi esce dall’Aula durante la comunicazione ufficiale in segno di protesta. Il “blitz” del mese scorso è costato a sette parlamentari 5 Stelle dai 15 ai 10 giorni di sospensione dai lavori dell’Assemblea. A darne notizia, prima della comunicazione formale in aula, è stato Paolo Trancassini, questore e componente dell’ufficio di presidenza della Camera. Così alla ripresa dai lavori si sono infiammati i toni con la minoranza all’attacco e Fabio Rampelli (Fdl) – che presiedeva l’Aula – costretto a più riprese ad alzare la voce: “Colleghi siete pregati di fare silenzio”. A lanciare la protesta è stato Francesco Silvestri, capogruppo M5s. “Volevo trasmettere – scandisce – il disagio per una presidenza che fa sapere il risultato delle sanzioni a un gruppo parlamentare, ai cronisti qui fuori invece che in Aula. Ci fate sapere delle sanzioni a mezzo stampa invece che dall’assemblea”. “La presidenza non sa chi è che parla con i cronisti”, la replica di Rampelli. “Io le dico – ribatte Silvestri – che se questo tipo di atteggiamento è volto a silenziare il gruppo del M5s in questo modo non si fa altro che rafforzare le nostre ragioni che continueremo a sostenere sia qui dentro ma anche fuori e, come avete visto sabato, non saremo soli”. La comunicazione delle sanzioni, successivamente, è stata letta in Aula. “L’ufficio di presidenza – ha detto Rampelli – ha preso in esame in data odierna gli episodi verificatosi il 30 maggio 2023. Al riguardo l’ufficio di presidenza ha deliberato di irrogare la sanzione della censura con l’interdizione di partecipare ai lavori parlamentari per un periodo di giorni 15 di seduta ai seguenti deputati: Amato, Barzotti, Donno, Iaria. Per un periodo di giorni 10 di seduta ai seguenti deputati: Carotenuto, Pavanelli e Scutellà”. Applausi da esponenti della maggioranza mal digeriti dalla parte opposta dell’emiciclo. Così – sempre nella ricostruzione dell’Agi – arriva l’ultimo atto del botta e risposta con l’intervento del vice-capogruppo di Alleanza Verdi Sinistra, Marco Grimaldi. “Capisco – queste le sue parole – che l’onorevole Trancassini non abbia chiesto scusa a quest’Aula avendo anticipato ai cronisti quello che lei ha detto a questa Aula ma applaudire e cacciare con il simbolo della mano è indegno per le istituzioni e anche per quest’Aula”. Mentre Rampelli parlava, i deputati pentastellati sono usciti dall’assemblea di Montecitorio. “Come risposta al fatto – hanno spiegato in una nota – che le sanzioni disciplinari comminate dall’ufficio di presidenza di Montecitorio ai deputati del Movimento 5 Stelle a seguito dell’occupazione della giunta delle elezioni, in totale violazione del regolamento, sono state comunicate ai deputati per mezzo stampa, il gruppo M5s alla Camera è uscito dall’Aula in segno di protesta durante le comunicazioni del presidente Rampelli”.
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