CATANZARO «Un diffuso sistema clientelare, al centro del quale si pone la figura di Sculco Vincenzo, soggetto da tempo implicato nelle dinamiche politico affaristiche della città di Crotone ed in grado di influenzare le istituzioni e di eterodirezionare i finanziamenti verso un gruppo di potere privo di scrupoli». Il profilo che gli inquirenti tracciano nell’ordinanza di custodia cautelare dell’operazione odierna dice tanto ma non tutto sulla figura di Enzo Sculco, (spesso) incontrastato dominus della politica crotonese ma talmente potente da condizionare anche il contesto regionale con incursioni “bipartisan” e con continui passaggi dal centrosinistra al centrodestra, perché per nessuno era facile dire di no a un “signore delle preferenze” e del consenso quale lui era.
Un “monarca” soprattutto a Crotone, Sculco, nato a Strongoli 73 anni fa, e poi capace di fare e disfare alleanze e accordi, di fare e disfare sindaci, presidenti di Provincia, consiglieri e assessori regionali, provinciali e comunali, di determinare incarichi e postazioni, di influenzare le decisioni delle istituzioni in tema di assunzioni, appalti, affidamenti e di creare una dinastia politica dal peso elettorale ragguardevole, saldata dal rapporto indissolubile con la figlia Flora, che Enzo Sculco ha lanciato alla Regione dopo la sua esperienza in prima persona. Un’esperienza lunghissima, almeno 40 anni, per Sculco, che si forgia anzitutto nel sindacato, nella Cisl, della quale sarà segretario provinciale e generale. I primi incarichi, come la presidenza dell’Arssa, e poi, in quota Margherita, la vicepresidenza della Provincia di Crotone, con i primi guai giudiziari a fine anni ’90 che gli costeranno successivamente una condanna definitiva a quattro anni per concussione. Enzo Sculco però si rialzerà e nel 2005 aggancia il treno vincente del centrosinistra targato Agazio Loiero diventando consigliere regionale sempre con la Margherita, primo degli eletti in provincia di Crotone. Sculco si ritaglia sempre più il ruolo di epicentro e punto di riferimento imprenscindibile in tutto il Crotonese, è lui che decide in pratica chi sarà eletto presidente della Provincia – come sarà con Nicodemo Parrilla – o sindaco della città capoluogo, come Ugo Pugliese (anche se pure Peppino Vallone gli dovrà qualcosa). Ma Sculco è anche un uomo per tutte le stagioni, soprattutto un “uomo buono per tutte le stagioni”, e quando la parabola loieriana alla Regione, già fortemente segnata dall’assassinio del vicepresidente del Consiglio e suo collega di partito Franco Fortugno, infila il viale del tramonto Sculco fiuta l’aria che tira e crea dal nulla un movimento politico che diventerà baricentrico, i “DemoKratici”.
Nelle intenzioni i “DemoKratici” nascerebbero come “costola” del Pd ma invece nel 2010 Sculco lo posiziona con il centrodestra targato Peppe Scopelliti, al quale porta in dote al solito una messe di voti e un assessore, Franco Pugliano, che avrà la delega all’ambiente. Una dinamica che Sculco però riprodurrà a parti invertite qualche anno dopo, quando incrocia sul suo cammino di nuovo il centrosinistra proteso alla conquista della Regione con Mario Oliverio e lancia la figlia Flora, consigliere comunale a Crotone, che sarà candidata con Calabria in Rete e soprattutto verrà eletta in Consiglio regionale con 9mila preferenze, unica donna a entrare in quella tornata a Palazzo Campanella. Una legislatura anche questa travagliata, con Sculco che comunque resta al fianco di Mario Oliverio fino all’ultimo, anche nelle ore in cui l’allora governatore viene disarcionato dal suo partito, il Pd: Oliverio nel 2020 non si ricandida ma gli Sculco sono ancora in campo in quelle Regionali, e Flora viene rieletta con i Democratici e Progressisti. Ancora una legislatura travagliata, caratterizzata dalla scomparsa della governatrice Jole Santelli, ma il tempo è sufficiente per la dinastia degli Sculco per ricollocarsi ancora una volta: e infatti alle Regionali dell’ottobre 2021 ecco Flora Sculco candidata ma stavolta nel campo del centrodestra, con la lista dell’Udc, una postazione però scomoda e infatti Flora aumenta i consensi ma non riesce a riottenere il seggio in Consiglio regionale perché allo Scudocrociato scatta un solo seggio nel Cosentino (anche se a gennaio scorso Flora Sculco diventa consulente del presidente con il compito di tenere accesi i rapporti con il territorio crotonese).
Ma non per questo il casato Sculco batte in ritirata, anzi: Enzo resta sempre sul pezzo (è responsabile organizzativo dell’Udc Calabria oltre che inossidabile leader dei “DemoKratici”), e resta al centro dell’attenzione e delle polemiche, come una particolarmente accesa con l’attuale sindaco del capoluogo Vincenzo Voce su Antica Kroton. E resta circondato da quel ruolo di “dominus” e da quel profilo che pure gli inquirenti ricostruiscono definendo, nell’ordinanza del gip, la presenza di Enzo Sculco «preponderante nella totalità dei processi decisionali degli enti pubblici del comprensorio crotonese, quale maggiore esponente di un comitato di affari in grado di mettere a punto strategie preordinate ad un unico fine, ovvero quello di garantire che posti decisivi venissero occupati da soggetti graditi, nonché di individuare le ditte amiche verso cui dirigere i favori». (c. a.)
x
x