CATANZARO «Notevolmente ridimensionato il castello accusatorio a carico della Costruzioni Bova Srl formalizzato il 15 giugno scorso dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro che con l’operazione “Fangopoli” aveva, attraverso i gruppi dei Carabinieri Noe, indagato 20 persone e 3 società con le ipotesi di traffico illecito di rifiuti». È quanto si legge in una nota diffusa dall’avvocato Arturo Bova.
Il Tribunale del Riesame, in accoglimento delle istanze avanzate dal legale, difensore di fiducia degli indagati, ha annullato le ordinanze emesse dal gip nei confronti di Giuseppe Bongarzone e Rosario Nisticò, dipendenti della Società Costruzioni Bova Srl ed ha disposto l’immediata scarcerazione dell’imprenditore Paolo Bova che dovrà comunque rispettare l’ordine di presentazione alla Polizia giudiziaria, per tre giorni alla settimana
All’udienza camerale – si legge nella nota – l’avvocato Arturo Bova ha dimostrato in maniera dettagliata, a seguito di una lunga discussione e di una corposa produzione documentale, l’assoluta estraneità della Costruzioni Bova Srl a qualsiasi ipotesi di sversamento illecito di fanghi da depurazione. Secondo la tesi e la produzione documentale difensiva, il gli Agenti del Noe avevano confuso e ritenuto erroneamente che si trattasse di sversamenti di fanghi da depurazione, mentre in realtà si trattava di sversamenti di terra mista a fertilizzanti naturali (compost, pomodori, frasche, etc.) operati nei terreni della Azienda Agricola di Bova Paolo, debitamente comunicati e autorizzati dalle Autorità Amministrative preposte a seguito della presentazione nell’anno 2020 di un Programma di Miglioramento Agrario».
Profonda soddisfazione è stata espressa dal difensore degli indagati per un provvedimento che «restituisce solo in parte la dignità e l’immagine ad una Azienda che ha fatto della coltivazione biologica, uno stile e metodo di praticare l’agricoltura in Calabria».
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