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Carovita, oltre la metà dei calabresi chiede un deciso aumento dello stipendio

I dati dal report “People at Work” dell'”ADP Research Institute”: Quasi la metà dei lavoratori calabresi (42,1%) ritiene di essere sottopagato

Pubblicato il: 17/07/2023 – 11:32
Carovita, oltre la metà dei calabresi chiede un deciso aumento dello stipendio

CATANZARO Le aspettative dei lavoratori calabresi riguardo all’aumento dei salari per il prossimo anno sono salite in maniera decisa, come rivela il rapporto “People at Work 2023: A Global Workforce View” dell’ADP® Research Institute. Secondo l’indagine, infatti oltre la metà dei lavoratori calabresi (56,1%) prevede di ottenere un aumento di stipendio nei prossimi 12 mesi, con un incremento medio pari al 7,4%.
Questo nonostante lo scorso anno in Calabria il 35,1% dei dipendenti abbia ottenuto un incremento medio dello stipendio pari al 6,8%. Tuttavia, le aspettative per l’anno in corso traggono giustificazione dai dati Istat, secondo cui nel 2022 i prezzi al consumo sono cresciuti nel Sud Italia dell’8,2%, implicando quindi una riduzione dei salari reali.
 A ciò si aggiunge il fatto che, secondo il 42,1% dei lavoratori calabresi, le aziende non hanno adottato nessuna iniziativa a sostegno dei dipendenti, per consentirgli di affrontare il complesso periodo economico.
Il report, condotto su oltre 32.000 lavoratori in 17 Paesi, circa 2000 in Italia, analizza la percezione che i dipendenti hanno dell’attuale mondo del lavoro e di ciò che si aspettano e sperano di ottenere dal proprio datore di lavoro in futuro.

I dati calabresi

Oltre a un aumento di stipendio, il 21,1% dei lavoratori calabresi prevede di ottenere un bonus e il 15,8% una promozione. In ogni caso, come riporta lo studio, il 56,1% dei lavoratori calabresi afferma che la retribuzione è il fattore più importante in ambito lavorativo, alla pari con l’avere piacere a lavorare nella propria azienda e seguito dalla stabilità (40,4%).
Un dato che potrebbe essere correlato sia al tasso di insoddisfazione (57,9%) concernente il salario ricevuto, sia al percepito sull’adeguatezza del proprio stipendio rispetto al lavoro svolto: il 42,1% dei calabresi pensa di essere pagato meno di quanto meriterebbe.

I dati a livello nazionale


In Italia, circa la metà dei lavoratori italiani (44,3%) vuole ottenere un aumento di stipendio nei prossimi 12 mesi, sia dal loro attuale datore di lavoro sia cambiando lavoro. In media, si aspettano un aumento dell’6%. Questo nonostante lo scorso anno in Italia il 44% dei dipendenti abbia ottenuto un incremento medio dello stipendio pari al 5,5%. Oltre a un aumento di stipendio, il 28% dei lavoratori italiani prevede di ottenere un bonus e il 19% una promozione. Tuttavia, secondo il 44% dei lavoratori italiani, le aziende non hanno adottato nessuna iniziativa a sostegno dei dipendenti e il 45,6% pensa di essere sottopagato.

Uribe (ADP Southern Europe): «L’inflazione ha ridotto fortemente il reddito disponibile»


«Il riconoscimento di un aumento salariale è un tema di estrema rilevanza. Qualsiasi somma sia stata concessa ai lavoratori in passato, è improbabile che freni le nuove richieste di un aumento». Così Marcela Uribe, General Manager ADP Southern Europe, commenta i dati.
«Con l’impennata del costo della vita, i lavoratori delle fasce di reddito medio-basse – aggiunge – hanno riscontrato una forte riduzione del loro reddito disponibile, e anche alcuni lavoratori con redditi più elevati ne risentono. La spesa per i beni di prima necessità, e non solo per i beni di lusso, è stata fortemente compressa a causa dell’impennata delle bollette energetiche, dell’aumento degli affitti, dell’incremento dei tassi di interesse e dell’aumento delle spese alimentari».
«Anche se l’inflazione ha raggiunto il suo picco – afferma ancora – sembra che ci vorrà del tempo per tornare a livelli più sostenibili».
«I datori di lavoro hanno il difficile compito di soppesare le richieste di aumento di stipendio – sottolinea – con le sfide poste dall’aumento dei costi e dal restringimento dei margini di profitto. I lavoratori sono fiduciosi di ottenere un aumento di stipendio dalla loro attuale azienda, ma in caso contrario è forte la sensazione di potersi assicurare un aumento cambiando lavoro. Le implicazioni per l’acquisizione e la fidelizzazione dei talenti sono enormi. Come dimostra la recente ondata di scioperi in molti Paesi e in diversi settori industriali, molti lavoratori ritengono che non si stia facendo abbastanza e sono disposti ad adottare misure sempre più drastiche, organizzando scioperi per far valere le proprie ragioni e raggiungere un accordo adeguato. I datori di lavoro che non sono in grado di concedere aumenti di stipendio adeguati devono pensare in modo creativo a come soddisfare il personale in altri modi, ad esempio offrendo maggiore flessibilità o altri vantaggi», conclude Uribe.

 

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