LAMEZIA TERME Un dilemma senza soluzioni e un interrogativo senza risposte che assume dimensioni sempre più preoccupanti. Crisi o non crisi? Tutti a casa oppure no? L’estate da sogno per la Lamezia Terme e la giunta Mascaro sembra sempre più un incubo, seguendo di fatto quel percorso già intravisto con i primi raggi di sole di primavera. Tra i dubbi, una certezza: la maggioranza non è un più un blocco granitico. E i tentativi, anche un po’ goffi, di allontanare i sospetti e nascondere la polvere sotto al tappeto si sono rivelati del tutto inutili dopo quanto accaduto nell’ultima seduta del Consiglio comunale.
Sullo sfondo, infatti, resta nitido lo scenario più allarmante per la tenuta della giunta Mascaro: i malumori di una maggioranza sempre più disunita. Già nei mesi scorsi avevamo posto l’accento sui mal di pancia di Zaffina, Gatto, Mastroianni, Costantino, Saullo e Saladini, poi passati nelle settimane successive fino al voto del bilancio consuntivo 2022. Poi la nuova convocazione del Consiglio sugli atti da approvare e che precedono, nella tabella di marcia, l’okay al Bilancio di previsione. Anche in questo caso prima convocazione deserta, poi la seconda seduta che ha messo in evidenza tutti i problemi. Prima del colpo di scena inatteso.
Già perché a riecheggiare fra i banchi della sala “Renato Luisi” sono ancora le durissime parole dalla consigliera di maggioranza, Annalisa Spinelli, molto critica con i suoi colleghi, con un tono che lascia trasparire un certo disincanto. «Sembra venire meno l’entusiasmo iniziale – ha detto – anche perché sono preoccupata per il futuro di sorriso e splendore che avremmo potuto regalare alla città. Non ho più risposte convincenti per i cittadini». Parole come pietre che non lasciano molto spazio alle interpretazioni e che hanno anche offerto un assist perfetto per la minoranza che, anche stavolta, ha deciso di non andare a rete. Già perché – come già accaduto in altre occasioni – non è arrivato l’affondo decisivo ma solo la constatazione di una maggioranza bulgara che ora non esiste più. Per la consigliera Cittadino «le dure esternazioni della Consigliera Spinelli che, senza appello, hanno evidenziato una frattura ormai insanabile con l’Amministrazione Mascaro, ha lasciato senza parole l’itera assise e per la prima volta, anche il Sindaco Mascaro, letteralmente pietrificato». Per Rosario Piccioni, invece, «è certificato che la crisi della maggioranza è tale che, anche su atti fondamentali per la vita della città, Mascaro non ha più i numeri per affrontare una seduta consiliare in prima convocazione», definendola poi «una vera e propria legge del contrappasso per chi per anni ha mostrato i muscoli dicendo che la sua maggioranza fosse granitica e che si vantava che con la sua sindacatura i consigli venissero convocati solo in prima convocazione». Insomma, il quadro è chiaro tanto quanto è certo che il mandato del primo cittadino lametino, Paolo Mascaro, sia arrivato quasi al capolinea. In molti lo hanno già capito, ma prenderne coscienza vorrebbe dire far saltare il banco e non a tutti conviene davvero. E poi l’avvocato Mascaro non è certo il tipo da lasciare il campo senza aver dato battaglia fino all’ultimo.
Di fatto, di quei 15 consiglieri di inizio mandato in maggioranza ora ce ne sono 13 ma, con la “maggioranza oppositiva” di Annalisa Spinelli, Mascaro non può certo dormire a sonni tranquilli se si aggiunge la cronica e costante assenza dai radar di Danilo Gatto. Dall’altra parte della barricata, invece, da 9 si è passati a 11 consiglieri ma anche qui, tra divisioni e presenze altalenanti (vedi Eugenio Guarascio), trovare il filo di Arianna è sempre più complesso. La sensazione, dunque, è quella di un Consiglio comunale spaccato, diviso a compartimentazione stagna: consiglieri che non comunicano tra loro e più attenti ai singoli episodi – spesso seguendo il mondo dei social network – e alla critica del momento che ad una visione di insieme e costruttiva. Lo sguardo, forse, è già rivolto al futuro e a un “dopo Mascaro”, ma bisogna fare attenzione: pensare ora a possibili successori e a nomi “nuovi” da spingere e candidare assomiglia più ad un esercizio terribilmente complicato che ad un progetto effettivamente realizzabile. Il risultato di questi ultimi anni di politica lametina è sotto gli occhi (spenti e disattenti) dei cittadini che, di nomi e di voti, adesso non ne vogliono neanche sentirne parlare. (g.curcio@corrierecal.it)
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