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Il caso

Suicidio Ruffino, per l’autopsia non c’erano gravi malattie

Gli esami post mortem sul presidente di Visibilia Editore escludono la presenza di patologie pregresse

Pubblicato il: 10/08/2023 – 19:01
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Suicidio Ruffino, per l’autopsia non c’erano gravi malattie

MILANO Luca Ruffino non soffriva di gravi malattie. E’ l’esito dell‘autopsia svolta sul corpo del presidente di Visibilia morto suicida nella notte tra sabato e domenica scorsi. C’e’ un punto fermo, dunque, nell’inchiesta aperta dalla Procura di Milano per istigazione al suicidio. L’ipotesi che si sia ucciso per avere scoperto una patologia in fase terminale era stata avanzata, nelle ore successiva alla scoperta del corpo da parte del figlio Mirko, in un comunicato del parlamentare di Fdi Marco Osnato. «Si sostiene che probabilmente il gesto estremo possa essere stato dettato dalla consapevolezza di una malattia feroce che non gli avrebbe dato più speranze» era scritto nella nota seguita poi anche da una testimonianza anonima ai media di un amico che aveva riferito della sua preoccupazione per una recidiva di un cancro già avuto in passato. Fonti giudiziarie assicurano che nulla di tutto questo emerge dall’autopsia. Scopo dell’inchiesta è quello di accertare se qualcuno possa avere istigato l’imprenditore a farla finita, per esempio minacciandolo. Per ricostruire il quadro in cui è maturata la scelta di togliersi la vita, gli inquirenti ritenevano utile sapere se Ruffino soffrisse di una malattia grave, come riferito appunto da alcune persone. All’autopsia svolta all’Istituto di Medicina Legale non ha partecipato il legale che assiste i familiari, l’avvocato Fabio Re Ferrè, che ha detto di non avere nominato un consulente avendo «piena fiducia nella scrupolosità della Procura». Nei biglietti lasciati ai familiari il presidente della società editoriale, coinvolta nell’inchiesta che vede indagata anche la ministra del Turismo, Daniela Santanchè, aveva fatto riferimento alla fatica degli ultimi anni. «Ho accumulato tensioni e sofferenze che hanno saturato i miei spazi. Vi chiedo scusa» c’è scritto in un messaggio. Ruffino non era tra gli indagati nel caso Visibilia e nemmeno è mai stato sentito come persona informata sui fatti. Il suo suicidio, viene fatto notare in ambienti giudiziari, arriva in un crudele agosto milanese durante il quale si registra un picco di persone morte per propria volontà. La notte in cui si è tolto la vita Ruffino lo hanno fatto altre due persone. (Agi)

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