«Fino a oggi la credenza popolare riteneva che il paese dei balocchi, descritto da Collodi, fosse un luogo immaginario. Non è così. Il paese dei balocchi esiste per davvero. Ed è domiciliato in Calabria, precisamente, in Catanzaro al Viale Europa, località Germaneto, presso la Cittadella regionale. Colà, il balocco, per eccellenza, è il denaro pubblico, con il quale ci si trastulla festosamente, scialacquandolo all’impazzata. Eppure, il decimo piano della Cittadella è abitato, guarda caso, dal Commissario ad acta: il soggetto, specificatamente, preposto all’attuazione del Piano di rientro dai disavanzi del SSR calabrese. E, invece, è, proprio lui l’animatore, dinamico e creativo, dell’allegra brigata. Costui è il magnanimo benefattore del debito sanitario calabrese. Ogni suo atto sta all’impasto del debito sanitario calabrese come il lievito madre sta all’impasto della pizza napoletana. Infatti, ogni suo atto, con soffice e morbida spregiudicatezza, fa, vorticosamente, aumentare il volume del debito sanitario calabrese. E, adesso, vi narro l’ennesima beffarda lievitazione, che ha come oggetto la copertura assicurativa RCT/O. Giusto per intenderci: la polizza RCT/O tiene indenne l’assicurato dal rischio derivante dalla responsabilità civile e professionale. Per esempio, rientrano nella copertura i danni cagionati da colpa medica e dagli infortuni sul lavoro. Ebbene, tutte le aziende sanitarie e ospedaliere della Calabria sono prive della copertura assicurativa RCT/O. E non da ieri, ma da circa un anno. E perché? Non ci vuole zingara per indovinare la ventura! La centrale del male è sempre lì, alla Cittadella regionale della Calabria, dove, non solo si dilapida, con diabolica pervicacia, il denaro pubblico, per quanto si confezionano le procedure amministrative, collocandole nel perimetro della macroscopica illegittimità. E a dirlo non sono io. Lo hanno detto, autorevolmente e inappellabilmente, prima, il TAR della Calabria e, poi, il Consiglio di Stato. I due organi della Giustizia amministrativa, rispettivamente il 13.aprile.2022 e il 20.ottobre.2022, all’unisono, per ben due volte, e senza remissione di peccati, hanno, clamorosamente, schiaffeggiato il Presidente della giunta regionale della Calabria. Come? Annullando, “il bando e il disciplinare relativi alla procedura… per l’affidamento del servizio di copertura assicurativa RCT/O per le aziende sanitarie ed ospedaliere della Regione Calabria, nonché tutti gli atti successivi”, compreso il decreto dirigenziale n. 13335 del 21 dicembre 2021, con il quale era stata disposta l’aggiudicazione del servizio in favore di AmTrust Assicurazioni S.p.a. E perché la gara è stata annullata? Perché l’accertamento giurisdizionale, ha diagnosticato, in capo alla relativa procedura, il vizio della macroscopica illegittimità. E quali erano i profili dell’accertata illegittimità? Erano, esattamente, i seguenti: conclamata violazione del principio di trasparenza; manifesta illogicità; plateale trasgressione del canone della par condicio. Per la verità, nulla di nuovo sotto il sole! E’ la solita zolfa, trita e ritrita, perché, a certe latitudini, la legalità e la legittimità amministrativa sono scomparse, finanche, dai radar. E quali effetti hanno prodotto le pronunce del TAR e del Consiglio di Stato? Hanno lasciato, per esclusiva responsabilità della Regione Calabria, senza copertura assicurativa tutte le aziende sanitarie e ospedaliere della regione. E il Presidente della giunta regionale, nonché Commissario ad acta, come ha messo riparo al devastante vulnus da lui stesso prodotto? E, qui, entra in scena il lievito madre. Ha disposto che la gestione dei rischi derivanti da responsabilità civile e professionale fosse espletata in regime di auto–ritenzione. Ma cos’è l’auto-ritenzione del rischio? L’auto-ritenzione del rischio è la gestione interna dei sinistri, attraverso la costituzione di fondi specificamente destinati al risarcimento dei danni da malpractice, alimentati da accantonamenti annuali. Tradotto, significa che, in Calabria, ogni azienda sanitaria e ogni azienda ospedaliera, deve far fronte, al risarcimento dei danni, con un proprio capitolo di spesa, che deve essere, fra l’altro, implementato ogni anno. Un’opzione del genere, qui in Calabria, è sostenibile da un punto di vista economico? Assolutamente no: un meccanismo del genere, qui e ora, è un micidiale detonatore di debito. Con la copertura assicurativa si paga un premio annuo e la liquidazione dei sinistri e delle spese legali resta a carico della Compagnia assicurativa. Con l’auto-ritenzione l’integrale liquidazione del sinistro e delle spese legali è a carico della singola azienda, che deve pagare, attingendo il denaro dalle proprie casse. Il che, intuitivamente e plasticamente, ha determinato, determina e determinerà una lievitazione esponenziale del debito sanitario regionale. Una cosa è pagare un premio assicurativo omnicomprensivo, altra cosa è pagare, con risorse proprie, ogni singolo sinistro con annessi accessori legali. E’ roba da far accapponare la pelle! Il debito sanitario, in Calabria, così facendo, assumerà dimensioni mostruosamente elefantiache! Già adesso, la situazione contabile e finanziaria delle aziende sanitarie e ospedaliere calabresi è un verminaio indecifrabile; figurarsi d’ora in avanti con l’auto-ritenzione assicurativa. Si trasformerà in una giungla, dentro la quale, stante le evidenti ristrettezze di bilancio, prevarrà la violenta legge del più forte, condita dalla turpe logica dei favoritismi e delle clientele. Ma, attenzione, non c’è solo un camaleontico aumento del debito, c’è, anche, uno spregevole danno erariale. Perché è chiaro, per una elementare legge di microeconomia, che la liquidazione di un sinistro, coperto da polizza, ha un costo, che per l’assicurato è, sempre, inferiore, al costo che lo stesso sinistro avrebbe, se l’assicurato, in mancanza di copertura, dovesse pagarlo di tasca propria. Ed è chiaro, per un’altrettanta elementare legge di microeconomia, che l’eccedenza del costo della liquidazione dei sinistri in auto-ritenzione determina, a carico del servizio sanitario regionale della Calabria, un intollerabile danno erariale. E, allora, una domanda sorge spontanea: ma come mai, il Presidente della giunta regionale della Calabria, che è il mago delle proroghe (in Calabria ci sono servizi sanitari prorogati, illegittimamente, da oltre 10 anni!), questa volta, per la copertura assicurativa RCT/O delle aziende sanitarie e ospedaliere, non ha fatto ricorso all’istituto della proroga? Eppure, forse, questa volta, i requisiti per la proroga sussistevano. E, allora, perché non si è fatto ricorso alla proroga? Quali sono state le torbide e inconfessabili ragioni che non hanno reso possibile la proroga? Risponda, Occhiuto, e dica, anche e pubblicamente, quante pratiche da contenzioso RCT/O pendevano, presso le aziende sanitarie e ospedaliere della Calabria, al momento dell’entrate in vigore del regime di auto-ritenzione; quante ne sono state evase fino a oggi e quali sono stati gli importi delle relative liquidazioni».
*Presidente del Consiglio comunale di Cosenza
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